Viaggio nelle primarie del centrosinistra e del Pd in provincia di Siena. Parte da qui la sfida degli aspiranti sindaci chiamati alla “battaglia delle urne” in primavera. agenziaimpress.it ha deciso di passare in rassegna i Comuni chiamati al voto delle primarie senesi, intervistando uno per uno i candidati su tematiche di rilievo per aree della provincia. Le nostre prime tappe sono Monteriggioni e Sovicille che il 9 marzo dovranno scegliere rispettivamente tra primarie di coalizione con i candidati Raffaella Senesi (Pd) e Andrea Regoli  (Sel), e primarie di partito tra Francesca Bianchi (Pd) e Giuseppe Gugliotti (Pd).

PRIMARIE MONTERIGGIONI

Un territorio comunale esteso, vicino alla città ma con problemi da risolvere decisamente diversi dalle esigenze del capoluogo. Come si risolve questo dualismo?
Raffaella Senesi: «Io direi che fra i comuni non dovrà esserci nessun dualismo, ma piuttosto collaborazione e sinergie da concordare nel pieno rispetto delle reciproche identità. È chiaro, ci sono delle diverse vedute ed esigenze ma questo non deve fermare un lavoro di concertazione mirato soprattutto a mantenere efficienti i servizi e le infrastrutture per le tante frazioni e agglomerati urbani presenti nel territorio comunale. Su questo fronte ci sono già forme di collaborazione con il Comune di Siena che andranno sviluppate per il futuro. Credo che sarà importante sviluppare una solida collaborazione con i comuni limitrofi, ma anche con tutte quelle realtà che abbiano realizzato progetti virtuosi applicabili anche a Monteriggioni. Accanto alle grandi priorità ci sono i piccoli interventi  quotidiani che vorrei portare avanti con i cittadini, sviluppando con loro un’attenzione particolare per il nostro patrimonio e alimentando quel senso civico  che sta alla base del rispetto e dell’amore per il nostro Comune. Un’attenzione particolare dovrà essere rivolta alle imprese che operano nel nostro territorio. L’impegno è quello di fare del Comune un sostegno e non un ostacolo per le imprese. In questo senso dovremo snellire la burocrazia, cercare di migliorare servizi e infrastrutture e mettere a punto una politica fiscale equa che non gravi su chi crea lavoro. In questi anni già molto è stato fatto, ma resta ancora molto da fare. Inoltre, se sarò eletta sindaco, credo che ci sarà anche da ridefinire e riqualificare la macchina dell’Amministrazione per chiedere quella fiducia ai cittadini che oggi si meritano ben più degli amministratori stessi. Sarà necessario passare ogni due mesi almeno un’ora con gli abitanti dei centri e negli agglomerati urbani più distanti dal comune che, a sua volta, dovrà accogliere in modo accogliente e ospitale la cittadinanza affiché gli abitanti del comune di
Monteriggioni non provino mai più il timore reverenziale di dover chiedere qualcosa all’Amministrazione comunale. Parità, Trasparenza e Metodo diventano le tre parole d’ordine e, in tal senso  sarà necessaria anche la certificazione Iso 9001 del Comune per garantire responsabilità, disponiblità e trasparenza ai cittadini, lontano da proclami e da annunci propagandistici».
Andrea Regoli: «Il territorio di Monteriggioni è molto esteso e le frazioni molto numerose, si va da Scorgiano fino a Quercegrossa passando per agglomerati urbani consistenti come Castellina Scalo, Badesse e più a sud, attaccate a Siena, Tognazza, San Martino, Uopini,Belverde, Montarioso. Queste ultime con problematiche simili, se non uguali,  alla periferia senese. Quindi un prolungamento di Siena senza soluzione di continuità ma che non si è sviluppato in armonia per mancanza di dialogo con il capoluogo; troppo spesso in passato progetti di area vasta che sulla carta avrebbero portato naturalmente Siena ad ingrandirsi se non nei confini ma sicuramente in sinergia per quanto riguardava i servizi, non si sono realizzati per una sostanziale “sufficienza” della politica senese. Oggi, il capoluogo si presenta con una situazione economica e sociale a dir poco precaria, con tasse ai massimi livelli, un gap elevato nell’efficienza della macchina comunale e con un quadro politico poco stabile che stenta a cogliere la ventata di rinnovamento delle ultime elezioni. In questo contesto, aggravato dalla soppressione delle province, viene avanti un progetto ambizioso, auspicato dalla legge di riforma, denominato “Grande Siena”. La costituzione in sostanza di una grande città metropolitana che comprenda tutta l’area denominata SMAS. Io al momento non sono ne favorevole ne contrario a questo progetto, mi approccio in maniera laica, e ne sto già parlando con i cittadini nella mia campagna elettorale. Al momento questo argomento non fa parte del programma del Centrosinistra di Monteriggioni, anche se Sello avrebbe già voluto inserire. Io ne faccio una questione di rappresentanza e di partecipazione. Se divento Sindaco garantisco un metodo. La politica deve essere brava a sviscerare il progetto ed evidenziare gli aspetti positivi e quelli negativi. I cittadini devono avere la possibilità di valutare e decidere con un referendum. Ciò che non voglio è che le decisioni vengano prese in una stanza, dai Sindaci dei Comuni coinvolti. La posta in gioco è troppo alta per essere decisa da poche persone anche se elette direttamente dai cittadini. Inoltre, in un contesto di riduzione della rappresentanza, si passa da 16 consiglieri a 10, dovremo trovare dei correttivi che permettano di mantenere un presidio del territorio ancora più capillare specialmente se si dovesse andare al completamento del progetto di Città Metropolitana».
 
Un patrimonio artistico da difendere, un'offerta turistica da rilanciare nell'ottica del 3.0. Come?
Raffaella Senesi:  «Il rilancio dell'offerta turistica passerà attraverso una pianificazione attenta e innovativa che utilizzerà al meglio le nuove tecnologie internet e si svilupperà in piena sinergia con gli operatori del settore presenti sul nostro territorio. Ci sono tutta una serie di progetti strategici che sono già stati avviati e che devono essere portati a termine. Penso, solo per fare alcuni esempi, alla valorizzazione di alcuni nostri gioielli, quali il Castello, Badia a Isola e la via Francigena. Luoghi, questi, simbolo della nostra comunità intorno ai quali sviluppare la vocazione turistica, culturale e di accoglienza di Monteriggioni. Chiaramente l’offerta turistica deve essere sempre più rilanciata sui nuovi canali di comunicazione, dai social network all’online. Non possiamo tralasciare assolutamente questo fronte, facendo fronte comune con le strutture
ricettive. Il Comune dovrà essere non solo un organo di vigilanza e promozione ma dovrà anche vestire i panni di primo attore per creare eventi, come la Festa medievale, che ormai è diventata una vetrina di Monteriggioni in tutto il mondo. In tal senso, già alcune cose sono state fatte, come la realizzazione di una app per tablet e smartphone (in collaborazione con la Fondazione Musei Senesi) che permette di usufruire del territorio con percorsi tematici e con un guida online sempre disponibile e alla portata di tutti. Oggi serve implementare questo aspetto all’insegna della concretezza  e con proposte attendibili su cui il cittadino può fare costantemente affidamento, anche nell’ambito di un maggiore e più efficiente coinvolgimento delle realtà associative, imprenditoriali ed economiche. Concludo con una piccola parentesi rivolta al mondo dell’imprenditoria al femminile che spesso, negli anni, ha dimostrato una spiccata sensibilità sul tema della ricezione e del turismo. Anche in questa direzione occorrerà intraprendere una politica che dia possibilità e capacità di realizzazione alla donna».
Andrea Regoli: «Monteriggioni rappresenta un mix eccezionale di bellezze naturali e architettoniche. Il paesaggio che tutto il mondo ci invidia deve essere tutelato e valorizzato. I flussi turistici hanno avuto un incremento costante negli ultimi 5 anni con una leggera stabilizzazione nell’ultimo. È cambiata nell’ultimo periodo la provenienza del turista. I turisti italiani sono stati in maggior parte sostituiti da quelli stranieri. Il territorio offre una enorme varietà di sistemazioni che vanno dagli ostelli per viandanti agli hotel passando per numerosi esercizi di agriturismo. Per il futuro io mi focalizzerei verso un turismo di qualità, capace di apprezzare le bellezze ma anche gli eventi culturali che il nostro territorio è in grado di dare. Un turismo più lento, per staccare davvero la spina dalla vita quotidiana, un turismo che ci permetta di riscoprire valori che ormai abbiamo abbandonato da tempo. Spina dorsale di questo progetto è naturalmente la Via Francigena, messa in sicurezza di recente e protagonista anche di un turismo spirituale. Il nostro è un territorio che va apprezzato con tempi più lenti, non è un paesaggio del mordi e fuggi. Gli operatori del settore dovranno fare rete per consentire una fruizione completa. La pista ciclabile dalla Colonna di Monteriggioni a Siena passando per Badesse è un progetto da poter realizzare nei prossimi 5 anni di amministrazione. Allo stesso modo l’area di sosta camper presso la scuola media Dante Alighieri lungo la via Francigena, rappresenterà un punto di riferimento per tutti i camperisti che vorranno visitare non solo il Castello ma anche il monte Maggio e la splendida Abbadia Isola (opera anche questa da completare nei 5 anni). Se pur lento, comunque il turismo ha bisogno di infrastrutture; è mia intenzione coprire tutto il tratto della Via Francigena con rete wi-fi in quanto il pellegrino del 2014 ha comunque la necessità di comunicare velocemente con la rete».

 Risposte per il sociale e per la crisi economica. Due aspetti apparentemente diversi ma che spesso, negli ultimi anni, sembrano legati tra sé. Come Monteriggioni può rispondere a questa sfida futura?
«Sostenere il lavoro e il tessuto delle imprese presenti nel nostro territorio; aiutare le famiglie e le fasce sociali più deboli; puntare sulle nostre eccellenze e investire su progetti di carattere regionale ed europeo per attrarre risorse dall’esterno. Sono questi i punti dai quali dobbiamo ripartire per costruire insieme il futuro di Monteriggioni che dovrà essere a fianco delle famiglie e delle imprese. Per quanto riguarda le famiglie continuare a supportarle con politiche sociali a partire dagli asili nido, contributi affitto, le tasse al minimo e la collaborazione con le associazioni del territorio per sviluppare progetti a sostegno delle fasce più deboli. Per quanto riguarda le imprese dovremo avere con loro rapporti costanti, fornire tutti gli strumenti necessari per agevolare sia i consolidamenti sia i nuovi insediamenti a partire dal facilitare le relazioni con la Regione ed anche nella ricerca di opportunità di sviluppo commerciale con altre realtà. Per questo credo che si debba prestare la massima attenzione ai lavoratori, alle famiglie, alle fasce sociali più deboli e alle imprese del nostro territorio, per mantenere quella forte coesione sociale che ha sempre caratterizzato la nostra comunità. Dobbiamo avere le capacità di aprirci all’esterno intercettando risorse di bandi regionali ed europei. Risorse indispensabili per portare avanti quei progetti strategici che sono già stati avviati e che devono essere portati a termine, con il Comune che si dovrà fare carico di disegnare strategie di condivisione e di collaborazione con gli altri comuni limitrofi. Oggi è arrivato il momento di spostare il punto di vista sul mantenimento e la realizzazione del patrimonio esistente, cercando di garantire un’elevata qualità nei servizi rivolti alla persona. E questo si traduce in un’Amministrazione comunale che affronta con oculatezza le voci di costo, ottimizzando le risorse e qualificando il personale. Occorre lavorare a capo chino e al fianco della cittadinanza per mantenere e sviluppare ulteriormente le grandi risorse presenti nel territorio. Partendo dalle piccole cose come la riqualificazione e la pulizia delle strade e degli arredi urbani, arrivando a una sana politica di amministrazione del bilancio. Ribadisco, concretezza e coinvolgimento di tutte le parti sociali. Dialogo e confronto costante: questi gli ingredienti per una Monteriggioni che “cambia genere” e, aggiungo, marcia».
Andrea Regoli: «Il “Lavoro” sarà la mia priorità, cercherò di favorire le attività economiche di qualità, qualità urbanistica, qualità ambientale, qualità tecnologica. La crisi ha determinato il crollo della domanda interna e ha sostanzialmente messo sullo stesso piano lavoro dipendente, artigiani, commercianti e PMI. Le imprese più grandi resistono se si rivolgono al mercato esterno con prodotti ad alto valore aggiunto. La mancanza di lavoro e la disgregazione del tessuto sociale renderebbe inutile persino la realizzazione di opere pubbliche.  Di fronte ad una crisi epocale sarà necessario intervenire a sostegno delle imprese ma anche con strumenti eccezionali a sostegno di quanti comunque perderanno il lavoro. I finanziamenti saranno da recuperare dai fondi provinciali che saranno a disposizione dei comuni dopo l’abolizione delle province. La riqualificazione energetica degli edifici e la riqualificazione ambientale del territorio, da incentivare con appositi bandi, dovranno ridare impulso al settore dell’urbanistica. Non più quantità ma qualità. La creazione di un fondo di formazione per agevolare i tirocini dei giovani laureati nelle aziende e negli studi tecnici. Per quanto riguarda il sociale la situazione generale è pessima. L’ultimo sostegno forte allo stato sociale, la famiglia e la donna in particolare, è stato spazzato via dall’innalzamento paritetico dell’età pensionabile. L’Italia, pur avendo un prelievo fiscale elevatissimo, non ha mai avuto politiche sociali degne di questo nome. Per questo Monteriggioni dovrà puntare ancora di più di quanto sta già facendo nel supporto al mondo dell’associazionismo e del volontariato, finanziando a progetto l’effettuazione dei servizi sociali. Il territorio è ricco di associazioni che rappresentano un valore aggiunto immenso ed io darò particolare importanza alla delega specifica sull’associazionismo, creando un referente unico all’interno dell’amministrazione che permetta il coordinamento e la valorizzazione di tutto il movimento».

PRIMARIE SOVICILLE

Un territorio comunale esteso, vicino alla città ma con problemi da risolvere decisamente diversi dalle esigenze del capoluogo. Come si risolve questo dualismo?
Francesca Bianchi: «Sovicille, per posizione geografica e per storia ha da sempre rapporti strettissimi con la città capoluogo, basti pensare ai servizi sociali, al trasporto pubblico, alle origini stesse di tanti miei concittadini, ma al tempo stesso ha un’identità e una dimensione propria, riconoscibile e marcata. Il dualismo di cui Lei parla non può che risolversi e sciogliersi prima di tutto con il confronto e con il dialogo con Siena, soprattutto nelle scelte di pianificazione urbanistica e delle infrastrutture che riguardano specialmente le zone di cerniera tra i due comuni, ma anche per i servizi alla persona. Per il futuro delle nostre comunità serve continuare il percorso di collaborazione e stima che ha radici lontane e  può garantire una visione prospettica innovativa».
Giuseppe Gugliotti: «Mi sembra improprio parlare di “dualismo”. Tanto Siena quanto Sovicille hanno le loro peculiarità, ma credo che sia giusto riflettere e  lavorare sulle collaborazioni e sulle sinergie possibili e necessarie fra il capoluogo e il territorio limitrofo (Sovicille, ma anche l’area della Val di Merse), più che marcare le differenze. Siena e Sovicille non sono solamente territori confinanti, ma anche realtà che mantengono legami stretti e profondi e tanti interessi in comune. C’è una forte e radicata connessione culturale; c’è una contiguità territoriale stretta in alcune aree piuttosto popolose e urbanisticamente delicate (tipo San Rocco o Volte Basse); c’è un gran numero di nostri concittadini che si è trasferito da Siena e continua ad avere la città come principale punto di riferimento; ci sono moltissimi sovicillini che hanno nel capoluogo il loro centro di interessi. Tutti questi elementi impongono di considerare il rapporto fra i territori in maniera collaborativa, ricercando congiuntamente soluzioni ai vari problemi comuni (viabilità, trasporti, riqualificazione urbanistica, decoro urbano, scuola, servizi sociali, ecc…). Soprattutto evidenzierei le tante opportunità da cogliere insieme: pensiamo a quanti progetti potremo realizzare con Siena e comuni della Val di Merse (con Sovicille che funge da anello di congiunzione) sul tema della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, anche in funzione della progettualità per Siena Capitale della Cultura 2019».

Quale il piano per il rilancio dell’economia e della piccola e media impresa che anima il territorio, in un’ottica di area con i Comuni confinanti?
Francesca Bianchi: «Credere di rispondere alla crisi che stiamo affrontando anche nel nostro territorio con ricette  del passato, tipo pensare a nuovi insediamenti residenziali o produttivi, sarebbe un errore strategico, economico e sociale. Occorrerà invece coniugare conoscenza, sapere e cultura con l'entusiasmo e il coraggio del cambiamento, per definire un nuovo rilancio economico e sociale sostenibile e responsabile e per creare nuove opportunità.  Dobbiamo puntare sulle nostre peculiarità, sulle eccellenze territoriali, sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione, tecnologica e non solo, in tutti i campi, dall’agricoltura al terzo settore, ma soprattutto dobbiamo credere nel fare sistema. Il  rilancio economico di Sovicille passa anche da quello di tutta la Val di Merse, da nuovo modo di gestione dei flussi turistici, dalla valorizzazione dell’accoglienza di un territorio che ci regala esperienze cognitive, emotive e sensoriali irripetibili altrove, dalla creazione di un brand “Valdimerse”, capace di dare vita a un legame psicologico di rappresentatività che il visitatore/consumatore/fruitore instaura immediatamente con i nostri prodotti, con i nostri servizi, con l’unicità della nostra terra. Dovremo saper dare alla Val di Merse una dimensione internazionale, con la creazione di un ufficio in grado di garantire accesso ai bandi della comunità europea rivolti non solo agli enti pubblici, ma offrendo un servizio di supporto anche alle aziende e alle realtà imprenditoriali che lo richiedano. Sarà inoltre fondamentale puntare sull’accorciamento dei tempi burocratici e dare sostegno delle donne lavoratrici e imprenditrici. Sarà quindi indispensabile porre al centro dell’attività amministrativa per il lavoro anche politiche di condivisione e conciliazione, con il coinvolgimento per esempio del mondo del volontariato e dell’associazionismo per rimodulare al meglio i servizi per il dopo scuola e per la prima infanzia».
Giuseppe Gugliotti: «La connessione è vitale per tutti gli aspetti sociali: dall’economia, all’ opportunità di crescita dei giovani, allo sviluppo culturale delle comunità fino al turismo. Lei parla di “ricette”. Le ricette presuppongono un insieme di ingredienti che debbono essere amalgamati fra loro nelle giuste dosi e in modo sapiente. Il primo ingrediente è quello della collaborazione e della sinergia a partire dal livello progettuale e programmatico: l’integrazione degli strumenti urbanistici fra i comuni dell’area e con il comune capoluogo mi pare un primo fondamentale elemento. Questo vale tanto per le scelte urbanistiche e infrastrutturali che hanno ricadute sovracomunali, quanto per le decisioni relative alla viabilità.  C’è l’altro “ingrediente” di importanza sostanziale, quello del trasporto pubblico: anche qui saremo in grado di mantenere il livello del servizio – e, nei limiti del possibile, migliorarlo – se riusciremo a costruire insieme una risposta alle esigenze del territorio. Altra questione sensibile: l’infrastruttura di banda larga. Oggi parlare di connessione significa parlare anche di connessione virtuale. In tal senso, è fondamentale unire gli sforzi e fare pressione per dotare tutta l’area, specialmente le zone più deboli – le zone di cosiddetto fallimento di mercato –, di banda larga, via cablaggio o via aerea».

Infrastrutture, allacci con Siena e viabilità. C’è una ricetta per migliorare tutto ciò in futuro?
Francesca Bianchi: «Il potenziamento e miglioramento delle infrastrutture e della viabilità passa sicuramente dalla definizione di un’unità di intenti con Siena  e con i Comuni dell’area Valdimerse, che si concretizzi in progetti utili e condivisi per cui occorrerà la ricerca e il reperimento di fondi e risorse finanziarie soprattutto europee. Occorrerà individuare anche nuove strategie nell’uso della viabilità con studi e progetti di travel management da definire con le realtà vicine. Un’attenzione ulteriore va riservata  a mio avviso anche alle infrastrutture digitali e all’innovazione tecnologica, che saranno sempre più in una società evoluta e multimediale la prima porta di accesso al nostro territorio».
Giuseppe Gugliotti: «La piccola e media impresa rappresenta l’ossatura e il perno del nostro sistema produttivo e occupazionale, l’espressione di una imprenditorialità diffusa che resiste con tenacia e coraggio. L’impegno per il rilancio deve partire dagli strumenti che dipendono dal livello locale: semplificazione dei regolamenti di competenza locale e sburocratizzazione delle procedure  attivate dal Comune o dall’Unione dei Comuni. Regole chiare, coerenti, semplici; tempi di risposta certi e rapidi: questo già rappresenta un servizio importante che le nostre imprese si aspettano dall’Ente pubblico. Ma la nostra economia e l’occupazione del territorio dovranno essere rimessi in moto con un ampio progetto di sviluppo che abbia il suo centro nella valorizzazione del patrimonio ambientale, agricolo, culturale, storico, artistico, architettonico, paesaggistico. Abbiamo enormi potenzialità da gestire e da mettere a frutto sotto il profilo economico. In quest’ottica dovremo lavorare molto a livello di comuni dell’Area della Val di Merse, un’area ambientalmente omogenea e vocata alle medesime prospettive di evoluzione. Il presente e il futuro del nostro sistema economico passano in maniera significativa dai progetti e dagli investimenti sul turismo, sulla cultura, sull’ambiente, sul rilancio dell’attività agricola e agroalimentare, sulle energie alternative, sulla valorizzazione di una ricchezza come le pietre ornamentali di cui è ricca la nostra Montagnola».

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