Si è concluso dopo quasi 4 ore l'interrogatorio dell'ex dg di banca Mps Antonio Vigni. La nuova udienza del processo Mps sul derivato Alexandria (leggi). era cominciata poco dopo le 10 di questa mattina, con quasi un'ora di ritardo rispetto all'orario previsto. In aula per la prima volta ci sono tutti e tre gli imputati: l'ex presidente Mps Giuseppe Mussari, Vigni e l'ex capo area finanza Gianluca Baldassarri.  L'ex dg nel suo interrogatorio ha risposto anche alle domande dei legali di Bankitalia e dei difensori degli imputati.

Baldassarri: «Vigni ha ricostruito i fatti come sono avvenuti realmente»  «Mi sembra che il dottor Vigni abbia fatto una ricostruzione dei fatti come sono avvenuti realmente». Così l'ex capo area finanza Mps  Baldassarri ha commentato l'interrogatorio dell’ex dg. «Trovarsi in quest'aula – ha aggiunto Baldassarri rispondendo ad alcuni giornalisti – è molto sorprendente. Per me è un fulmine a ciel sereno essere qui per una delle migliaia di operazioni per cui ho agito sempre nella stessa maniera» ha sottolineato ancora l'ex capo area finanza Mps che ha poi concluso: «Mi sembra evidente che l'occultamento non ci sia stato».

L'INTERROGATORIO DELL'EX DG VIGNI

L'ex dg Vigni: «Ho fatto 3 interrogatori, ero distrutto e mi sono messo sotto farmaci» Prende il via l'udienza di fronte al Presidente del Collegio Leonardo Grassi. La parola passa al Pm Antonino Nastasi per le domande a Vigni che,  quando il giudice gli ha chiesto che mestiere facesse oggi, ha risposto: «Il coltivatore diretto». L'ex dg di banca Mps ha ricostruito la scelta della ristrutturazione del derivato Alexandria a partire dalla crisi della banca americana Lehman Brothers. «C'era una ricerca da cani da tartufo per scovare nelle banche i titoli tossici». «Dopo quella vicenda,  ha aggiunto Vigni – ho fatto 3 interrogatori, ero distrutto e mi sono messo sotto farmaci».«Sulla base di un rischio remoto di default del titolo – ha aggiunto Vigni – e del rischio reputazionale a cui la banca sarebbe andata incontro, fu Baldassarri a dirmi della necessità della ristrutturazione del derivato Alexandria». Il colloquio tra l'ex dg e l'ex capo area finanza avvenne nella primavera del 2009. «Il mandate è una lettera d'intenti che non lega niente, nel momento dell'interrogatorio io le informazioni le avevo dai giornali, del documento non ricordavo niente». Così Vigni rispondendo alle domande del Pm Nastasi che gli ha contestato di averlo però firmato e l'ex dg ha risposto che «tutti erano al corrente dell'operazione». E proprio in merito alla ristrutturazione del derivato Vigni ha ribadito più volte di essersi fidato di Baldassarri.  «Aveva una sua rilevanza a livello di mercato importante, Baldassarri mi disse di tenerlo riservato» ha aggiunto ancora Vigni sul mandate agreement tra Mps e banca Nomura per la ristrutturazione del derivato Alexandria. Il documento venne custodito in una cassaforte «ma in quella cassaforte – ha specificato Vigni – tenevamo i documenti riservati, la chiave era gestita dalla segretaria del direttore generale».

Mandate non occultato ma dimenticato «Io non ho occultato niente, mai ho dato disposizioni in tal senso. Tutto quello che passava veniva protocollato. Io l'ho dimenticato in cassaforte e ho dimenticato che c'era». Così l'ex dg di banca Mps sul documento ritrovato nell'ottobre 2012 in cassaforte dall'attuale ad di Mps Fabrizio Viola. Vigni ha poi sottolineato che in diversi anni «la Guardia di Finanza ha aperto quella cassaforte varie volte: faceva parte dell'arredamento del mio ufficio». Alle contestazioni del Pm, l'ex dg ha spiegato di aver messo lui dentro la cassaforte il mandate perché Baldassarri gli aveva detto «che era un documento sensibile». In precedenza Vigni, a proposito della ristrutturazione di Alexandria, ha ribadito che Baldassarri «era un tecnico che parlava con le altre banche e fu lui che mi spiegò la parte tecnica, aveva competenza. Io dovevo seguire la banca, lui si occupava di questioni tecniche». Vigni, a proposito della conference call che il presidente Mussari tenne con i vertici di Nomura, ha quindi ribadito che a Mussari era stato preparato un canovaccio con le risposte in inglese e che in lui e Baldassarri avevano spiegato al presidente l'operazione. Quando il Pm ha chiesto a Vigni se Mussari avevano competenze finanziarie, l'ex dg ha risposto: «Seguiva attentamente l'andamento dei mercati».

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