PISA – Questa, forse, è la volta buona. La volta buona per avere la verità sulla morte di Emanuele Scieri, il parà trovato morto nel 1999 nella caserma ‘Gamerra’ a Pisa.

La sede del centro di addestramento della Folgore. Questa mattina ha preso il via il processo, che vede come imputati per omicidio volontario gli ex caporali, Alessandro Panella e Luigi Zabara. Il primo non era in aula, mentre il secondo ha evidenziato la propria versione della vicenda: “Posso solo dire che in questi anni nessuno tra i media ha coltivato il dubbio che io possa essere innocente e invece fino a prova contrario io lo sono”. Secondo l’accusa, Scieri rimase vittima di un atto di nonnismo nella sera del 13 agosto 1999, quando precipitò dalla torre in un’area dismessa della caserma e lì fu lasciato agonizzante. Il cadavere fu ritrovato tre giorni dopo. Scieri, originario di Siracura, all’epoca dei fatti aveva 26 anni e una laurea in Giurisprudenza. Era arrivato a Pisa dopo aver svolto il Car a Firenze.

Il suo decesso era stato archiviato come incidente, ma nel 2017 la procura pisana decise di riaprire le indagini. Determinante fu il lavoro svolto dalla commissione d’inchiesta parlamentare. Il militare, secondo quanto ricostruito, sarebbe caduto da una scala alta 10 metri, da dove poi è precipitato “in conseguenza degli atti di violenza e minaccia in atto”. Dalle ricostruzioni negli anni è emerso un clima di nonnismo nella caserma. Del procedimento facevano parte altre tre persone, tutte assolte dopo aver scelto il rito abbreviato: il caporale Andrea Antico, l’unico ancora in servizio, l’ex ufficiale Salvatore Romondia e il generale Enrico Celentano, all’epoca comandante della Folgore.

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