VOLTERRA – ‘La Corrispondenza negata’ diventa un dialogo, un mezzo attraverso il quale far emergere parole censurate, strozzate.

Siamo a Volterra (Pisa) e nella cornice di Prima Città Toscana della Cultura 2022, ecco addensarsi un progetto cucito addosso all’ex ospedale psichiatrico, uno dei manicomi più grandi d’Italia. Il cuore pulsa nella mente di Mariangela Capossela, raffinata artista concettuale e visiva residente a Lione, che ha avviato un corposo lavoro sulle persone che hanno vissuto nell’ex ospedale psichiatrico.

In che modo? Riprendendo sillaba per sillaba il volume ‘Corrispondenza negata’, le lettere scritte dagli internati e mai arrivate a destinazione,  pubblicato per la prima volta nel 1984 in una serie di pubblicazioni sull’ex ospedale di Volterra, e uscito nuovamente nel 2008 grazie a un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra. Il lavoro di Mariangela Capossela, sorella del cantautore Vinicio, è partito dalla trascrizione a mano delle lettere raccolte su ‘Corrispondenza negata’, ossia l’epistolario che le donne e gli uomini rinchiusi nel manicomio di Volterra dai primi del ‘900 fino a metà degli anni ’70 hanno inviato ai familiari, ai figli, al sindaco o al vescovo del loro paese di origine.

Senza ricevere mai risposta, perché le lettere degli internati nel manicomio di Volterra non venivano spedite al destinatario ma catalogate insieme alla scheda clinica del paziente, perché le regole dell’ospedale psichiatrico non consentivano rapporti, neppure di natura epistolare, fra paziente e il mondo fuori dai padiglioni. Ed ecco spuntare la lettera di un intellettuale rinchiuso in manicomio per ‘crisi mentale’, la missiva alla famiglia in cui si informano i propri cari sullo stato di salute o quella in cui si chiede se i parenti verranno a far visita.

Più di 300 lettere che Mariangela Capossela ha ritrascritto a mano con un obiettivo: inviarle a tutta Italia perché quella corrispondenza negata , “diventi – ha detto l’artista – una corrispondenza umana”. Ossia: chi riceverà la lettera riscritta a mano dall’artista, dovrà rispondere, per riallacciare quel filo di corrispondenza negata. Da Volterra, sono già partite le lettere a destinatari di tutta Italia, e le prime sono state consegnate direttamente durante la cerimonia di inaugurazione di Volterra Prima Città della Cultura che si è tenuta sabato scorso, al presidente della Regione Eugenio Giani, al sindaco Giacomo Santi, al presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, all’assessora regionale Alessandra Nardini, a Claudio Grandoli della Onlus ‘Inclusione, Graffio e Parola, alla direttrice delle Poste Roberta Santini e al padre dell’artista, Vito Capossela.

Articolo precedenteL’aumento delle spese militari è politicamente sbagliato. Chiti e Bindi fanno appello al Governo
Articolo successivoProcesso Scieri, dopo 23 anni la prima udienza sul parà morto in caserma