Tempo lettura: < 1 minuto

FIRENZE – La Toscana si prepara a una vendemmia 2025 con una produzione stimata in calo del 13%, un fisiologico aggiustamento dopo l’annata particolarmente abbondante del 2024.

Il deterioramento quantitativo regionale non intacca però la qualità delle uve, con i vigneti di Montalcino che mostrano ottima salute e un leggero anticipo fenologico, come conferma il Consorzio del vino Brunello: la raccolta inizierà principalmente lunedì 15 settembre.

“Ci aspettiamo una minore quantità ma un’ottima qualità. La politica di riduzione delle rese che applichiamo ormai da tempo per preservare la qualità dei nostri vini ci consente infatti di gestire in modo equilibrato il rapporto tra domanda e offerta e al tempo stesso di salvaguardare l’alto posizionamento della nostra denominazione, anche alla luce dell’attuale contesto internazionale”, ha sottolineato il presidente Giacomo Bartolommei.

A livello nazionale, l’incremento produttivo atteso si conferma disomogeneo. Il Sud traina la crescita con un +19%, grazie soprattutto alla Puglia (+17%) favorita dalle piogge primaverili. Nel Nord Ovest, la Lombardia registra un +15% rispetto all’anno scorso, pur sotto la media quinquennale di produzione. Al Nord Est, l’aumento complessivo è più contenuto (+3%), con il Friuli-Venezia Giulia in testa (+10%), seguito da Trentino-Alto Adige (+9%) e Veneto (+2%). L’Emilia-Romagna risulta stabile, tra aumenti in Romagna e cali in Emilia.

Sul fronte delle regioni più produttive, il Veneto guida con quasi 12 milioni di ettolitri e un quarto della produzione nazionale, seguito da Puglia (19%) ed Emilia-Romagna (15%). Sicilia e Abruzzo completano la top five, relegando Piemonte e Toscana rispettivamente in sesta e settima posizione.

In sintesi, per la Toscana, vendemmia 2025 all’insegna di un contenimento delle quantità ma con prospettive qualitative elevate, in linea con la gestione attenta a valorizzare il prestigio del territorio nel mercato globale.