Costretti a tenere le serrande abbassate, ristoratori e gestori dei pubblici esercizi italiani non intendono passare Natale e Capodanno in silenzio. Al contrario. A partire da oggi (23 dicembre 2020) e per tutta la durata delle festività, decine di migliaia di locali, ad Arezzo e provincia così come nel resto d’Italia, esporranno un cartello di protesta all’indirizzo del governo per dire: “Basta!”, al caos normativo degli ultimi mesi che continua a penalizzare le imprese del settore. Rabbia ed esasperazione riassunte nel manifesto unitario siglato da Fipe -Confcommercio, la principale associazione di rappresentanza dei pubblici esercizi. «22 DPCM, 36 decreti-legge, 160 giorni di chiusura, un numero imprecisato di ordinanze regionali, una differenza impressionante fra quanto annunciato e quanto attuato», sottolineano i presidenti dei Baristi aretini Stefano Mearini, dei Ristoratori Federico Vestri e delle Pizzerie Renato Pancini, «per questo diciamo basta ad un governo che apre e chiude le aziende come fossero interruttori e si prende il diritto di vietare il lavoro delle imprese, senza trovare una strada per tutelarle. Noi imprenditori del settore siamo esausti e increduli».

Settore al collasso Il risultato è un settore al collasso che ha deciso di rivolgersi direttamente ai cittadini. «Noi vogliamo e siamo in grado di lavorare in sicurezza», dicono Mearini, Vestri e Pancini, «per questo nel manifesto ci rivolgiamo ai nostri clienti: chiediamo loro di esserci vicini e di continuare a sceglierci, dove possibile, anche in queste difficili giornate. La loro gratificazione è la nostra forza ed il nostro futuro». «Al governo, i pubblici esercizi chiedono invece un altro tipo di DPCM: Dignità, Prospettiva, Chiarezza e Manovra – aggiunge la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei – La dignità di attività essenziali e sicure; la prospettiva di un piano di riqualificazione e sviluppo, magari attraverso un adeguato inserimento nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza; la chiarezza sui tempi di riapertura a gennaio; una manovra correttiva che garantisca indennizzi adeguati e ristori calcolati sulle effettive perdite, sostegno all’indebitamento, risoluzione dei problemi di locazione».

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