“Perché l’economia è una scienza triste?” Da questa domanda e da alcune considerazioni di carattere generale parte “Quanto Basta”, il primo Festival dell’economia ecologica di Piombino. Ecco le principali domande: come ha fatto il mondo ad arrivare sull’orlo di una nuova grande crisi economica e finanziaria? Il Pil è l’unico indicatore economico e sociale di riferimento? Come possiamo attrezzarci affinché questo non accada più? Perché tutto ciò che non ha valore monetario non ha nessun valore? Come si concilia lo spreco di risorse naturali con il bene-essere? Da giovedì 3 giugno a sabato 5 giugno economisti, giuristi, imprenditori, manager, politici, sociologi, architetti, giornalisti si confronteranno su un tema cardine del nostro tempo: “quale economia è possibile per un futuro ragionevole e più sicuro”. È ormai evidente che un’economia dello spreco e basata soltanto sul disvalore del consumismo produce una crescita diseconomica che ci rende più poveri e meno sicuri. La nostra crescita è una crescita stupida nel breve termine e insostenibile a lungo termine, se non si comincia a pensare che il capitale delle risorse naturali e il capitale prodotto dall’uomo sono complementari e non alternativi. La ricerca su questi temi offre molteplici punti di vista e diversi possibili percorsi cui si cercherà di dare adeguate rappresentazioni e possibili risposte a Piombino. Nel programma del Festival di Piombino, incontri, tavole rotonde e workshop affronteranno il tema della sostenibilità ambientale come fondamento economico, con iniziative dislocate in molti spazi cittadini e che coinvolgeranno anche il pubblico più giovane con laboratori didattici.


Piombino

Articolo precedenteToscana, coltivare il bosco per salvaguardare il territorio
Articolo successivoAl via la trentesima edizione di Carrara Marmotec