Ancora una finestra aperta sulle primarie a Siena, anche se di poche ore. Quasi ossessionati dal fattore tempo, i dirigenti dei Pd aprono di ulteriori 40 ore la possibilità di presentare una candidatura che affianchi quella di Franco Ceccuzzi, ex sindaco e candidato del Pd, di Pasquale D’Onofrio, candidato di Sel, forse una dei Socialisti Riformisti e, infine, quella di Bruno Valentini.
 
Ieri alle ore 20 il comunicato stampa della direzione dell’Unione comunale del Pd di Siena annunciava di avere dato “mandato al segretario, Giulio Carli di chiedere al Comitato organizzatore per le primarie, la proroga dei termini per la presentazione delle candidature a domenica 6 gennaio, alle ore 12”. La novità è data dal fatto che Franco Ceccuzzi ha offerto la disponibilità, annunciata prima su Facebook e poi nelle sedi di partito, “a chiedere ad una parte dei sottoscrittori della mia candidatura di firmare per Valentini.In pratica se Valentini accettasse le firme e sarà candidato alle primarie lo sarà per grazia ricevuta; un po' come nell’Ottocento venivano concesse le Costituzioni dai sovrani più illuminati. E così mentre da giorni sta raccogliendo centinaia di firme con il suo movimento “Siena Cambia” adesso dovrebbe dire grazie a Ceccuzzi della mano offerta.
 
I tempi scaduti ufficialmente mercoledì 2 gennaio (ore 13) e “sospesi” fino ad ieri sera sono, dunque, stati ulteriormente prorogati (era già accaduto alla vigilia di Natale). Ma, naturalmente, a leggere i comunicati del Partito, tutto avviene nel pieno rispetto delle regole. Sinceramente c’è da non crederci.“La difesa delle regole non è una mia personale ossessione, ma un preciso dovere che sento di avere, prima di tutto verso il Pd, e poi nei confronti del centrosinistra e della città”, dichiara ieri Giulio Carli.
 
Il problema è che ormai è chiaro a tutti che quelle regole difese da Carli erano palesemente sbagliate. A dirlo non solo chi sostiene Valentini ed ha denunciato la impossibilità, di fatto, di candidarlo (anche con mezzucci che evitiamo di ricordare) ma anche i partiti del centrosinistra, Socialisti per primi e Sel.
 
Quello che tentano di nascondere Ceccuzzi e Carli è che questi primi giorni del 2013 hanno sconvolto definitivamente la politica senese. Gli alleati hanno battuto un colpo sul tavolo e si è sentito. La città si è definitivamente svegliata dall’incantesimo. E così i dirigenti democratici che pensavano di avere ormai in pugno il giochino delle primarie hanno dovuto fare indietro tutta, provando anche a far credere che l’hanno voluto loro. Un po' come il ragazzo che cade dal pero e dice "tanto volevo scendere".

Peccato che anche ieri un gruppo di iscritti (e autorevoli dirigenti) dello stesso Pd ha chiesto a Carli con forza che venissero riaperte le primarie alla candidatura di Valentini e riaperta una discussione franca e leale nelle sedi del partito, denunciando di fatto lo svuotamento del confronto dentro i circoli.
  
Dunque, nessuna concessione è arrivata spontaneamente da Ceccuzzi o da Carli ma solo la presa d’atto di essere rimasti definitivamente soli. Anzi, ha provato a resistere fino alla fine l'ex sindaco che, di fronte al montare dell’attenzione sulla figura di Valentini in città, mercoledì 2 gennaio, mattina, invece di fare autocritica tentava di denunciarne la “furia eversiva” mettendo tutti in guardia che Valentini raccoglieva le firme per una futura lista civica. Poi qualche ora dopo, mette a disposizione le sue firme. E Giulio Carli, senza un minimo di autocritica (oppure ci è sfuggita), può dichiarare di avere “sempre sostenuto con forza che i presupposti essenziali per la riuscita delle primarie fossero quelli di avere regole che ne garantissero l’apertura e la trasparenza. Con questa convinzione ho auspicato che anche Bruno Valentini potesse competere, perché è una risorsa importante per tutto il centrosinistra”. Sinceramente in queste settimane avevamo capito tutt’altro. E non va a nessuno di passare da bischeri.

Aggiungo semmai una domanda alla riflessione. Si dice che le regole vanno rispettate. Si dice a questo punto che le firme per la candidatura di Valentini le metteranno i sostenitori di Ceccuzzi. Già, ma le regole non vietano di firmare per due candidati contemporaneamente e che nel caso saranno annullate? E visto che Ceccuzzi ha già consegnato le sue al Comitato dei garanti delle primarie cosa intende fare? Rifare tutto?

Lasciamo cadere la domanda perché non avrà senz’altro risposta. Francamente questa vicenda di regole prima approvate poi prorogate, poi disconosciute e infine derogate è un pessimo esempio e un pasticciaccio brutto. Piero Calamandrei, padre della Costituzione, e Roberto Benigni, che ne è stato l'ultimo cantore, potrebbero solo inorridire.

Ah, s'io fosse fuoco

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