Siena con Grosseto e Arezzo; Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato; Pisa e Livorno. Più la Città metropolitana di Firenze. In totale quattro province  e nessuna deroga. E’ quanto emerge dalle indiscrezioni pubblicate oggi dal Corriere della Sera sul riordino delle Province,  ultimi ritocchi del governo al decreto legge che riforma le Province italiane e che arriverà all'esame del primo Consiglio dei ministri di novembre.

La Toscana non decide Dopo il Cal anche la Regione Toscana sceglie di non decidere e invierà al Governo due ipotesi di riforma delle Province (leggi) entrambe contenenti una richiesta di deroga proprio come aveva fatto qualche settimana fa il Cal. Allora non fu trovato l’accordo su quanto proposto da Upi e dal Cal stesso sull’accorpamento di Arezzo a Siena e Grosseto, mentre entrambi concordavano sulla provincia di Prato-Pistoia. Su questi nodi era chiamato a pronunciarsi oggi il Consiglio regionale per presentare una proposta univoca al Governo. La Toscana, in particolare, ha chiesto una deroga a Roma per la Provincia di Prato-Pistoia che non rientra nei criteri né di dimensioni territoriali Né di popolazione indicati dalla legge.

Arriva il Commissario Secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, però, non saranno concesse deroghe. Saranno 50 le Province italiane nelle Regioni a statuto ordinario. Le Province con meno di 350 mila abitanti o un'estensione inferiore ai 2.500 chilometri quadrati dovranno essere accorpate con quelle vicine e, considerando solo le Regioni a Statuto ordinario, gli enti scenderanno da 86 a 50, comprese le dieci Citta' metropolitane. Secondo il decreto dalla fine di giugno 2013 tutte le province saranno guidate da un commissario che gestirà la transizione verso i nuovi enti.

La nuova mappa PIEMONTE. Torino (Citta' metropolitana); Cuneo; Alessandria e Asti; Vercelli si unisce con Biella e Verbano/Cusio e Novara (4). LOMBARDIA. Milano (Citta' metropolitana); Brescia; Bergamo; Pavia; Como, Varese, Monza Brianza; Lodi, Mantovano e Cremona; Sondrio e Lecco (7). VENETO. Venezia (Citta' metropolitana); Vicenza; Verona; Rovigo e Padova; Belluno e Treviso (5). LIGURIA. Genova (Citta' metropolitana); La Spezia; Savona e Imperia (3). EMILIA ROMAGNA. Bologna (Citta' metropolitana); Modena e Reggio Emilia; Parma e Piacenza; Ferrara; Ravenna, Forli'/Cesena e Rimini (5). TOSCANA. Firenze (Citta' metropolitana); Grosseto, Siena e Arezzo; Lucca, Massa Carrara, Pistoia e Prato; Pisa e Livorno (4). UMBRIA. Perugia e Terni (1). MARCHE. Ancona; Pesaro e Urbino; Ascoli Piceno, Macerata e Fermo (3). LAZIO. Roma (Citta' metropolitana); Frosinone e Latina; Rieti e Viterbo (3). ABRUZZO. L'Aquila e Teramo; Pescara e Chieti (2). u' MOLISE. Campobasso e Isernia (1). CAMPANIA. Napoli (Citta' metropolitana); Salerno; Caserta; Avellino e Benevento (4). BASILICATA. Potenza e Matera (1). PUGLIA. Bari (Citta' metropolitana); Lecce; Foggia, Barletta/Andria/Trani; Taranto e Brindisi (4). CALABRIA. Cosenza, Crotone; Reggio Calabria (Citta' metropolitana); Catanzaro e Vibo Valentia (3). Per quanto riguarda le regioni a Statuto speciale, la Sardegna ha deciso, con un referendum, di dimezzare le Province, passando da 8 a 4 (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano); in Friuli Venezia Giulia dovrebbero rimanere quelle attuali, ma con compiti consultivi mentre nessuna modifica e' prevista per Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Sicilia.

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