FIRENZE – La Sala degli Affreschi di Palazzo del Pegaso a Firenze non sarà intitolata a Bettino Craxi, storico segretario del Partito Socialista Italiano.

Stella (FI): «Dobbiamo avere il coraggio di ripensare la storia del nostro paese»

A deciderlo il Consiglio regionale che ieri con 4 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astenuto, ha bocciato la mozione presentata da Marco Stella (Forza Italia), che chiedeva di cambiare l’indirizzo fino ad ora seguito e non riservare più le intitolazioni a personaggi toscani, ampliandolo a «donne e uomini che hanno contribuito alla storia d’Italia con genialità, coraggio e forza. Cosa ci lascia Bettino Craxi dopo la sua morte? Dobbiamo avere il coraggio di ripensare la storia del nostro paese – ha affermato Stella -. Abbiamo assistito alla fine della Prima Repubblica senza che sia mai nata la Seconda. Mi spiace che alcuni di noi non abbiano ancora fatto i conti con la storia. Mi piace ricordare le sue parole: ‘Nella vita politica di una nazione non c’è nulla di peggio del vuoto politico».

Giachi (Pd): «All’indirizzo degli ultimi anni, che seleziona tra le figure importanti quelle che hanno un legame più identitario con la Toscana, non possiamo però rinunciare»

«Condivido l’appello a ricordare donne e uomini che hanno contribuito alla storia d’Italia con genialità, coraggio e forza. Come pure condivido il timore per il vuoto che si determina quando la politica abdica all’esercizio di funzioni proprie – ha affermato Cristina Giachi (Pd) – . All’indirizzo degli ultimi anni, che seleziona tra le figure importanti quelle che hanno un legame più identitario con la Toscana, non possiamo però rinunciare».

Torselli (FdI): «Non seppe opporsi a quel sistema di corruzione e di tangenti che ha distrutto la politica italiana»

«Chi lo considera un latitante, chi lo considera un esule: Bettino Craxi continua a dividere – ha osservato Francesco Torselli (FdI) – . La sua critica del trattato di Maastricht è di estrema attualità. Non seppe però opporsi a quel sistema di corruzione e di tangenti che ha distrutto la politica italiana. Per questo non posso votare questo atto».

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