VOLTERRA – Rinnovabile al 100%, capace di soddisfare quasi il 30% del fabbisogno energetico grazie alle 34 centrali sparse in Toscana fra le province di Pisa, Siena e Grosseto. La geotermia, energia che si sprigiona dalle viscere della terra, fornisce anche calore utile a riscaldare circa 10mila utenti residenziali nonché aziende dei territori geotermici, circa 30 ettari di serre, caseifici ed un’importante filiera agricola, gastronomica e turistica.

Dal 2018 l’orlo del baratro per il settore

Una preziosa risorsa tutta toscana che da tempo vive sull’orlo di un baratro scandito da attese: nell’autunno del 2018, l’allora governo giallo-verde deragliò gli incentivi destinati al vapore geotermico dal decreto Fer1, considerandolo come energia non rinnovabile. Da allora, una grande battaglia si è mossa affinché il governo capitolino facesse un passo indietro. Arriviamo all’estate 2019, quando il governo annunciò il reintegro degli incentivi alla geotermia nel successivo decreto, il Fer2. Ebbene, in quasi due anni la questione non si è mossa di un millimetro, nonostante annunci in pompa magna di ministri e sottosegretari, puntualmente disattesi dai fatti. Il decreto Fer2, che in teoria avrebbe dovuto rimettere il turbo alla partita degli incentivi geotermici, non solo non è mai uscito, ma non se ne conoscono neppure i contenuti delle bozze. Una situazione di stallo totale per tante aziende che gravitano nell’orbita geotermica, cui si aggiunge adesso un appuntamento cruciale: il rinnovo delle concessioni geotermiche nel 2024, con i tempi che iniziano già a farsi stretti.

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Ne ha parlato con agenziaimpress.it Carlo Giannoni, presidente di Riag, la Rete delle imprese geotermiche,  una quarantina di imprese dell’area geotermica tradizionale con 1500 dipendenti più l’indotto. Riag accoglie sotto la propria egida le imprese di otto comuni fra le province di Pisa, Siena e Grosseto: Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monteverdi Marittimo, Montecatini Valdicecina, Montieri, Monterotondo Marittimo, Radicondoli e Chiusdino.

Presidente Giannoni, intanto come nasce Riag?

«Sboccia dalla volontà degli imprenditori di mettersi insieme per essere utili al territorio. Se il tessuto imprenditoriale cresce, sopravvive tutto il sistema socio-economico. Se un paio di ditte chiudono e fanno le valigie, l’effetto è prorompente su tutti i cardini di un sistema, dalla sanità alla scuola».

Qual è lo stato di salute delle aziende?

«Il settore edile sta conoscendo una fase molto positiva, mentre soffrono le ditte che si occupano di meccanica, elettrica, servizi. Una situazione che è il riverbero dei ritardi paradossali provocati dal decreto Fer2».

La Rete incontrerà nei prossimi giorni gli assessori regionali Monia Monni (ambiente) e Leonardo Marras (attività produttive). Quali sono i punti che saranno affrontati di petto con la Regione?

«Il Fer2 sarà fra gli argomenti principe, perché chiederemo alla Regione di farsi sentire con una voce forte e chiara a Roma affinché il decreto non sia solo più un fantasma annunciato durante le campagne elettorali. Chiederemo poi che la geotermia venga inserita nel Pnrr (il piano nazionale di Ripresa e Resilienza) del governo Draghi, dal quale è stata clamorosamente esclusa. Ma vi sono molti altri nodi da sciogliere».

Ovvero?

«Oltre alla scadenza delle concessioni nel 2024, questione non più procrastinabile, ci sono urgenza e necessità di arrivare a una semplificazione amministrativa per i permessi di ricerca del fluido geotermico e per le procedure di rilascio di nuove concessioni. Basta con una burocrazia-lumaca che ingessa prospettive di sviluppo e di lavoro».

La geotermia è un’energia nata in Toscana e che ha dimostrato potenziali enormi: perché siamo giunti a una così lunga sequela di situazioni in bilico?

«Gli stalli sono dovuti a una serie di fattori dovuti essenzialmente a una mancanza di attenzione verso la geotermia. La politica, a tutti i livelli, ha mostrato disattenzione, troppe le promesse e tutte puntualmente disattese. Ma è arrivato il momento di rimettersi tutti insieme a lavorare per recuperare il tempo perso. In ballo, c’è il futuro di tutto il territorio».

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