Dallo stop ai farmaci ai pazienti in ospedale alla sospensione di servizi fondamentali, fino al taglio del latte per i ricoverati. Sono queste alcune delle situazioni che si stanno verificando in vari ospedali italiani a seguito dei tagli imposti da una spending review che non funziona. Nei fatti le Asl non riescono a risparmiare attraverso gli strumenti indicati e così arrivano i tagli. E il futuro, in questi casi, non promette niente di buono. Il monito è della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere che proprio su questo tema ha presentato oggi una ricerca.

Se la spending review non funziona Secondo l’associazione, infatti, è impossibile rispettare la disposizione che ha chiesto di tagliare del 5% le spese per i fornitori nel 2012 e del 10% nel 2013. Secondo la ricerca quest'anno i risparmi raggiungeranno il 2% e per il 2013 il 2,6%. Con il risultato che proprio le Regioni più virtuose sono in maggiori difficoltà.  «Un sistema – come lo ha definito Giovanni Monchiero, presidente della Fiaso – che inizia un po’ ovunque a scricchiolare».

Lo stop agli interventi se non urgenti Alcuni esempi, tra i più eclatanti, quello della toscana in cui la Asl fiorentina, dal 10 dicembre, garantisce solo gli interventi chirurgici urgenti e quelli oncologici. Se la Toscana piange anche altre realtà italiane non se la passano meglio. Alle Molinette di Torino, ad esempio, si stanno somministrando ai pazienti «farmaci con il contagocce». E ancora, alcune Asl laziali hanno comunicato a voce o per iscritto ai pazienti nutriti artificialmente a domicilio che le soluzioni nutrizionali non potranno più essere fornite in misura sufficiente. All'ospedale di Tivoli, invece, «ci si è limitati al simbolico taglio di acqua e latte per i ricoverati» mentre a Rimini è stato sospeso il servizio di dialisi notturno, che consentiva ai nefropatici che lavorano di continuare a farlo.

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