E’ sconcertante che a Siena non siano state presentate, al momento, candidature, per il Mangia, che è un premio di riconoscenza civica a chi ha contribuito a dare lustro alla città nel mondo. E’ sconcertante perché prima, al tempo della Siena da bere, quella sfasciata da un sistema di potere e clientelismo, il Mangia andava liscio come l’olio. I premi erano sempre quelli “giusti” e spesso anche quelli preferiti dal sistema. Adesso che quel meccanismo – che ha distrutto la città – è saltato, gli enti deputati a promuovere le candidature, non presentano nessuno. Come se, adesso che manca la regia, lo spettacolo non possa andare in onda e i senesi siano tutti da zona retrocessione.
Secondo me, non cercate bene: arrivate all’ultimo tuffo senza un reale scouting, e avete in testa un concetto di “lustro” alla Città, molto antico. Per esempio: nel mondo globale ciò che ha fatto superare le barriere di spazio e di tempo, è la Rete. Ciò che trasporta Internet arriva in ogni dove. Quando si producono contenuti sulla Città di altissima qualità, dopo anni di ricerca condotti in silenzio e umiltà – e spendendo del proprio – offrendo un panorama multimediale che va da inizio Novecento a oggi, si conferisce “lustro a Siena nel mondo”. Lo sta facendo, da anni, usando la Rete e i Social network, Michele Fiorini. Unendo così i contenuti della nostra tradizione alle modalità innovative offerte da Internet.
Altro esempio: se tre donne combattono una battaglia di giustizia, in una città in perenne attesa di giustizia sul proprio sfascio, è sconcertante che a nessuno degli enti deputati a proporre le candidature per il Mangia, vengano in mente Vittoria Rossi Ricci, Carolina Orlandi e Antonella Tognazzi. Perché il loro impegno di amore per cercare la verità sulla morte di David Rossi è la migliore – e purtroppo  forse unica – metafora di una città che andasse davvero in cerca del proprio riscatto. E in questo senso porta “lustro alla città”.
Terzo esempio: i cuochi delle Contrade che sono andati a far da mangiare nelle zone terremotate, e le Società di Contrada che hanno organizzato la cena di solidarietà, con una città che si è ritrovata insieme a tavola. Siccome i media, prima foraggiati dal Monte, hanno ignorato l’iniziativa, puntando invece sui contradaioli indagati per rissa al Palio, almeno a qualche ente deputato a sfornare candidature, questa ipotesi poteva venire in testa. Per picca, magari.
L’obiezione me la faccio da me: ma lo Statuto del Mangia, indica altre cose. Bene, cambiatelo. Oppure interpretatelo con coraggio, senza stantii conformismi, perché ogni norma può essere interpretata e applicata in nome di esigenze condivise. Soprattutto se ci fosse voglia di scombinare vecchi metodi e pastette da groviglio, andando a scovare anche gli scomodi, i non allineati, i non “soliti noti”, meritevoli di considerazione. Oppure si può continuare a mortificare la città, dicendo che ora nessun senese merita il Mangia. Mentre prima, al tempo del sistema-Siena, uno da premiare lo trovavano sempre. Meglio se allineato e coperto. E con il timbro di chi di dovere.
Articolo precedenteIl restyling. Siena, avviso pubblico per interessati alla riqualificazione dell’istituto Tommaso Pendola
Articolo successivoRicorso accolto. Pd Carrara, annullato il commissariamento. Il simbolo torna a Vannucci