«Dobbiamo promuovere la conoscenza del prossimo per far crescere l'empatia tra culture e popoli diversi». A dirlo il Rabbino capo della comunità ebraica di Firenze Joseph Levi durante il suo interventonella seduta solenne del Consiglio Regionale dedicata al Giorno della Memoria. Levi ha proposto, a questo scopo, che si insegni la storia di tutte le comunità che convivono in uno stesso territorio: quella degli albanesi, dei cinesi, dei protestanti. La Shoah, ha sottolineato, «deve renderci consapevoli della complessità della natura umana e che il passaggio da un clima di democratica convivenza civile a un clima di xenofobia può essere repentino» con il sacrificio di tanti innocenti «in nome di un'ideologia oscura». Di fronte alla tragedia della Shoah, ha detto Levi, «dobbiamo chiederci: che cosa era successo alla collettività? Come poté accadere tutto questo? Si tratta di domande necessarie per chiedere perdono alle vittime innocenti e per capire cosa imparare per prevenire drammi simili e costruire un futuro migliore, rispettoso di ogni cultura, pluralista e democratico». Eppure, ha sottolineato Levi, ci sono nuovi segnali di antisemitismo, di xenofobia contro i popoli dell'islam, contro altre minoranze etniche e culturali.

Monaci: «La Shoah sia solo un ricordo» «C'e' bisogno di un nuovo Umanesimo per bandire dalla storia del mondo qualsiasi aberrazione dell'uomo, perché solo dall'uomo che riconosce l'uomo passa la difficile strada per garantire che l'orrore della Shoah rappresenti solo un ricordo e non ritorni nel futuro. Perché questo passato non si ripresenti c'é bisogno di una memoria vigile da parte di tutta la società e perché si crei una consapevolezza diffusa». Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci, in apertura della seduta solenne. Questa giornata, ha ricordato, «ha anche una sua base legislativa, segno formale di uno stato e una comunità che non vogliono dimenticare. Siamo lo stato delle molte o troppe leggi, questa è una delle poche di cui realmente sentivamo il bisogno e l'importanza. Celebriamo però questo giorno – ha osservato – con un rischio: quello di cadere nella retorica dell'anniversario e della stanchezza del messaggio. La banalità è l'anticamera dell'oblio». Secondo Monaci «oggi siamo chiamati a ricordare che vuol dire riprendere in considerazione le cause e vedere se queste sopravvivono nella modernità. Il Paese – ha concluso – deve far memoria per ritrovar il segno profondo e autentico della vita, il senso e il rispetto della persona».

Nel 2015 torna l’appuntamento con il Treno della Memoria L’appuntamento con il Treno della Memoria tornerà nel 2015. Lo ha assicurato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi concludendo la seduta solenne del Consiglio Regionale dedicata al Giorno della Memoria. «Rifinanzieremo ancora il treno della Memoria – ha detto – il nuovo viaggio porterà ad Auschwitz  migliaia di studenti toscani anche nel gennaio 2015». Per il presidente della Regione Toscana «ricordare quanto accaduto ieri serve anche ad avere un paradigma utile per l'oggi» e in questo senso sono dunque importanti le iniziative con i giovani: «Se non vogliamo che i fantasmi del passato si ripresentino, la politica deve guardare in alto e i giovani devono trovare motivi per volare in alto» ha sottolineato il Governatore. «Questo – ha concluso Rossi – a maggior ragione in un contesto multietnico e multiculturale. Mescolarsi è la dimensione del nostro futuro, anche se la mescola non è mai facile e richiede sempre non solo confronto ma anche sofferenza».
 

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