sienanotte«I senesi devono prendere in mano il futuro della loro città». Lo scrive Tomaso Montanari su Repubblica – Firenze a poco meno di un mese di distanza dalla decisione che ha sancito matera quale capitale europea della cultura 2019. Una «bruciante sconfitta», ed una «grande occasione», spiega ancora Montanari analizzando nel profondo quelle che sono state le mosse vincenti della città lucana fatta di partecipazione e di un processo in grado di «trasformare le debolezze in punti di forza». Siena ha percorso la strada opposta, si legge, condotta da «un’oligarchia segreta», che ha reso noto il bid book solo pochi giorni prima del verdetto e che ha puntato su un’unica scorciatoia, la “venezzizazione della città».

Una città che riprenda in mano il proprio destino «È stato troppo lungo il periodo in cui il destino della città si decideva nel chiuso delle stanze», prosegue ancora nel suo articolo Montanari riferendosi in particolar modo al Monte dei Paschi. «Ora che quell’epoca è finita per sempre, è necessario che siano le piazze e le sale pubbliche ad accogliere un dibattito che coinvolga tutti», a cominciare da un ateneo troppo poco coinvolto nel progetto di candidatura.

L’opinione di Piccini Di interesse della collettività parla anche l’ex sindaco di Siena Pierluigi Piccini in un intervento pubblicato dall’edizione senese de La Nazione. Sul piatto diverse questioni che si incentrano sullo «smembramento della Pinacoteca», le cui opere dovrebbero entrare – a detta dell’ex primo cittadino – in un vorticoso tourbillon che coinvolge il Santa Maria della Scala (un altro dei “nervi scoperti” del mondo culturale senese) e la nuova collocazione degli uffici della Sovrintendenza. Piccini parla anche di una donazione di abiti da parte di una stilista contemporanea che andrebbero ospitati nell’attuale sede della Pinacoteca. Un’altra questione passata sottotraccia e lontano dalla discussione pubblica. Pertanto un’altra “venezzizazione”. La “cura” di  Piccini è la stessa di Montanari: «Precisare le motivazioni strategiche di tale scelta e coinvolgere attivamente le competenze presenti in città». La palla passa ancora ai senesi. Siena sfrutterà l’occasione?

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