Il calcio moderno è diventato ormai moda e marketing: tutto quello che si vede nei campi di serie A, dalle scarpette ai guanti, dalle maglie da gioco alle tute dei panchinari, è on sale, in vendita. La Serie A è, in sostanza, una grande vetrina. Non sfuggono a questo giudizio anche gli allenatori come Vincenzo Montella e Serse Cosmi, data la grande attenzione che questi due protagonisti del derby di domenica tra Fiorentina e Siena riservano al loro vestiario in occasione di ogni uscita. Stili diversi ma estremamente curati. Da una parte e dall’altra. Un’ulteriore sfaccettatura del confronto diretto tra le anime calcistiche di Firenze e Siena.

Montella british Cravatte finissime, camicie rigorosamente bianche e sciarpe particolareggiate nei mesi invernali con un immancabile tocco di viola. Vincenzo Montella predilige lo stile anglosassone, tipico dei manager della Premier League inglese. Impeccabile, dall’acconciatura alle scarpe: un portamento che gli conferisce sicuramente appeal ma anche un certo senso di autorevolezza. Un’eleganza perfetta e moderna nei dettagli. Una grande attenzione ai dettagli arricchita da capelli volutamente mossi e barba rigorosamente “fatta”.

Cosmi mascalzone latino Decisamente diverso il look di Serse Cosmi. Lontani i tempi di Perugia e il cappello con la tesa (anni ’90) che hanno fatto innamorare del tecnico perugino anche Maurizio Crozza, oggi l’allenatore bianconero preferisce delle coppole italian style. I completi, costantemente riadattati a seconda della stagione (maniche risvoltate con il caldo o grandi e calorose sciarpe con il freddo invernale), tendono sempre al bianco, al nero e al grigio: Cosmi veste con i colori sociali del Siena. Mai un’eccezione. La barba e il pizzetto sono diventate ormai una sorta di firma.

Al di là del look Si dice che «l’abito non fa il monaco». Ma questa è una valutazione che fa eccezione per Montella e Cosmi. Il loro aspetto esteriore si traduce in caratteri e personalità decisamente diversi. Lo stile british del tecnico viola rispecchia alla perfezione il suo selfcontrol, la sua obiettività e la sua pacatezza. Sia in campo che fuori. L’italian way perseguita dall’allenatore bianconero riproduce invece la carica e la grinta che sta cercando di conferire al Siena nella difficile lotta per non retrocedere. Aspetti, questi, che forse potrebbero essere traslati anche alla dimensione del campo verde di gioco se ci pensiamo bene: domenica la Fiorentina calerà sul tavolo le carte del suo bel gioco, di fronte un Siena di rottura e di determinazione. Due tecnici “di stile”, due stili e due filosofie diverse di gioco. Anche “derby”, di qui al calcio d’inizio, sarà una parola che andrà sempre più di moda.

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