«È la dura legge del gol, fai un gran bel gioco però, se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono». La celebre hit degli 883 calza alla perfezione con la sconfitta della Fiorentina a Milano contro l’Inter. Non una bocciatura totale per la difesa viola che comunque nel corso di questa stagione ha dato dimostrazione di avere grandi potenzialità. Il discorso che, siamo sicuri, in queste ore sta rimbalzando nella mente di Montella si apre ad un’analisi più diffusa e generalizzata sulla rosa della Fiorentina: giovane e sfacciata sì ma che ancora deve prendere piena consapevolezza della propria forza. E soprattutto crescere sul piano di personalità.
 
Troppe distrazioni a San Siro Non si spiegherebbe altrimenti la Fiorentina apparsa a tratti un po’ svagata e distratta di San Siro. Peraltro la stessa che 5 giorni prima aveva dato serie apprensioni alla Juventus. Lì però il contesto “cliamtico” era ben diverso ed aveva rappresentato una carica in più per i temibili ragazzini dalla faccia tosta in maglia viola. La personalità non manca, sia chiaro. La Fiorentina però non può permettersi di lasciare spazio a black-out difensivi come quelli commessi da Gonzalo che prima ha commesso il fallo che ha portato al rigore trasformato da Milito e poi ha lasciato la squadra in inferiorità numerica nella ripresa. Nemmeno Roncaglia e Tomovic in tal senso sono apparsi in una serata delle migliori. Grandi fisici e notevoli potenzialità atletiche. Forse troppo giovani e quindi soggetti a cali di tensione. Non è un caso che il migliore contro l’Inter sia stato il giocatore più navigato in maglia viola, Pizarro, autore dell’assist per il gol di Romulo.
 
Crescere attraverso il gioco Non drammatizziamo comunque. Il processo di crescita della squadra di Montella deve passare anche da queste serate storte. E lo stesso Aeroplanino ne è consapevole. La Viola ci ha comunque provato e ha provato a pungere di tanto in tanto: ma se anche Jovetic, Ljajic e Cuadrado non brillano, trovare la via del gol diventa complicato. Il bicchiere comunque è mezzo pieno, se si notano anche quegli sprazzi di bel gioco, visti di tanto in tanto a Milano, e che Montella vorrebbe diventasse il marchio di fabbrica di questa nuova Fiorentina. «Che spettacolo quando giochiamo, non molliamo mai», anche Max Pezzali sarebbe d’accordo.

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