FIRENZE – “Noi non molliamo”. I ristoratori sono convinti a non fermarsi, nonostante la sentenza sfavorevole del Tribunale di Roma sugli indennizzi.

“Quello che abbiamo ricevuto come indennizzo durante i lockdown sono briciole, mediamente il 5 per cento del fatturato annuo, un’inezia rispetto a quelli riconosciuti da altre nazioni europee, come Germania e Inghilterra, dove si è coperto circa l’80% del fatturato”, ha commentato la segretaria nazionale di TNI Ristoratori Italia, Cristina Tagliamento. “Per questo vogliamo e attendiamo giustizia – ha proseguito -. Tutti noi abbiamo rispettato la legge e ci siamo adeguati ai provvedimenti, ma attendevamo che lo Stato facesse lo stesso e riconoscesse in noi l’esempio di sana e corretta imprenditoria che però adesso rischia di scomparire. Siamo centinaia di aziende di tutta Italia e uniti continueremo questa battaglia”.

Un passaggio dettagliato in seguito. “Non condividiamo le conclusioni a cui perviene il giudice di primo grado perché – sottolineano – il sacrificio richiesto ai ristoratori non è stato equamente indennizzato”, hanno spiegato Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, legali fiorentini che seguono l’azione collettiva, convinti che ci siano i “ci sono margini per ricorrere in appello”.

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