Tempo lettura: 2 minuti

PISA – Dalle mani robotiche agli esoscheletri, dalle protesi intelligenti alle interfacce uomo-macchina: la nuova frontiera della tecnologia ha una parola d’ordine che è libertà. Libertà di muoversi, di lavorare, di vivere senza dipendere dagli altri.

È questo il cuore di “Tecnologie inclusive. Innovazioni a supporto dei veterani con disabilità”, la conferenza ospitata ieri a Roma in occasione della Giornata del Veterano, dove Pisa è stata protagonista grazie alla partecipazione della Scuola Sant’Anna.

L’iniziativa si è svolta al Circolo Ufficiali delle Forze Armate di Roma, ed è stata un’occasione per scoprire come la ricerca, in particolare nei settori della robotica, dell’intelligenza artificiale e dell’ingegneria biomedica, possa migliorare la qualità della vita dei veterani (e delle persone) con disabilità ed abbattere le barriere architettoniche, cognitive e comunicative. Dalle mani robotiche agli esoscheletri indossabili, dalle protesi di nuova generazione alle tecnologie per l’autonomia quotidiana, scienziati, esperti del settore e rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati per capire lo stato dell’arte delle tecnologie di riabilitazione, per intercettare i reali bisogni delle persone con disabilità e per delineare le possibili collaborazioni future.

“La ricerca ha valore quando produce risultati capaci di migliorare la vita delle persone e contribuire allo sviluppo del Paese – ha commentato il rettore della Sant’Anna Nicola Vitiello -. Ogni passo in avanti nella conoscenza e nella tecnologia deve avere come obiettivo quello di una società più equa, nella quale nessuno deve essere lasciato indietro. Penso in particolare a coloro che hanno servito il Paese e che, a seguito del loro impegno, convivono oggi con una disabilità. A queste persone dobbiamo non solo riconoscenza, ma anche opportunità e tecnologie all’avanguardia che rispondono ai loro bisogni concreti”.

Durante la giornata, ricercatori e medici hanno mostrato come la tecnologia possa tradursi in riabilitazione reale: dispositivi che imparano dai movimenti del corpo, software che interpretano i segnali nervosi, materiali che rispondono agli impulsi muscolari. Nel pomeriggio, alcuni dei dispositivi sono stati messi alla prova dai veterani stessi. Un momento semplice e potente: il gesto di afferrare una tazza, di fare un passo, di muovere una mano artificiale come fosse propria. “Con questa iniziativa – ha concluso la senatrice Isabella Rauti – riaffermiamo un principio cardine della cultura della Difesa che non è soltanto protezione dei confini della Nazione, ma anche difendere ogni giorno i valori di dignità, solidarietà e inclusione”.