trapianto.jpgCrescono in Toscana e in Italia i donatori di organi. E’ quanto emerge dal report dell’attività di donazioni e trapianti in Italia nel 2015 presentato questa mattina dal Ministro della salute Beatrice Lorenzin: 3.317 trapianti eseguiti, 67 in più rispetto al 2014. Anche in Toscana le attività di trapianto nel 2015 hanno registrato un aumento rispetto all’anno precedente: 244 del 2014, 254 nel 2015. «I numeri di donazioni e trapianti in Toscana crescono di anno in anno, e questo è un dato molto confortante – è il commento dell’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Dietro ai numeri ci sono le persone, i sentimenti, i valori. Prima di tutto la solidarietà, la generosità dei donatori e dei loro familiari, che scelgono di trasformare la morte in un’occasione di vita per altre persone. E poi un’organizzazione sanitaria che funziona, la professionalità di tanti operatori, l’impegno dei volontari. A tutti va il mio grazie per questi ottimi risultati».

I trapianti in numeri Nel 2015 in Toscana sono stati trapiantati 254 pazienti (67,7 per milione di popolazione, pmp). Nel 2014 erano stati 244 (65,1 pmp). Negli ultimi 3 anni in Toscana le segnalazioni di morti encefaliche (il potenziale donativo degli organi all’interno delle terapie intensive: rappresenta la sensibilità degli ospedali nei confronti delle donazioni) sono aumentate da 78,2 a 88,5 pmp. In Italia il dato medio è 38,4.I donatori effettivi (avviati alla donazione) sono 42,4 pmp in Toscana; e 20,5 pmp a livello nazionale. I donatori i cui organi sono stati effettivamente trapiantati, 37,6 pmp in Toscana; 19,2 pmp la media nazionale. Nel 2015 i trapianti di tutti gli organi sono stati in Toscana 67,7 pmp, rispetto a 65,1 pmp del 2014. Unica nota negativa del report l’aumento delle opposizioni alla donazione: 34,6 pmp in Toscana; 30,3 pmp il dato nazionale. «Resta aperta, e molto pressante, la sfida derivante dall’aumento delle opposizioni alla donazione – spiega Adriano Peris, responsabile OTT, Organizzazione Toscana Trapianti – , verso la quale si sta intervenendo, come l’azione attivata presso le anagrafi dei Comuni; si tratta di un problema inaspettato e che potrà essere superato solo attraverso la partecipazione attiva dei cittadini e degli operatori impegnati nei servizi nella comunità».

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