guardia-di-finanza11_2.jpgAgli arresti domiciliari per una truffa online che ha coinvolto oltre 800 persone.  Due coniugi lucchesi sono stati accusati di bancarotta fraudolenta in seguito al fallimento della ditta da loro amministrata specializzata nella commercializzazione sul web di materiale informatico e coinvolta in una truffa di vendite online.

La truffa e il fallimento L’arresto di marito e moglie è stato eseguito dalle Fiamme Gialle di Lucca su misura cautelare del Gip  richiesta della Procura di Lucca che ha aperto l’inchiesta in seguito alle querele per le truffe: 670 quelle arrivate per un raggiro calcolato finora in 540.000 euro.  Tutto ha avuto inizio, spiega la Gdf in una nota, nel dicembre 2014, in concomitanza delle festività natalizie: alle Fiamme Gialle arrivano numerose telefonate da tutta Italia per segnalare una truffa online perpetrata dalla ditta lucchese che commercializzava materiale informatico su 7 siti web proprietari, aveva «improvvisamente cessato di spedire la merce ai vari clienti», ‘scusandosi’ con una mail in cui si spiegava che, causa crisi, era «sopravvenuta una grave complicazione economica» e che l’azienda non era in grado di fornire i prodotti ordinati ne’ di rimborsarne il pagamento: «Al riguardo stiamo chiudendo purtroppo la ditta e probabilmente chiederemo un concordato. Siamo dispiaciuti di quanto accaduto, ovviamente se lei ritiene che sia giusto faccia i passi che crede opportuni». In seguito è stato poi chiesto il fallimento della ditta e anche verificato che i clienti truffati sono oltre 800.

Gli acquisti con i soldi dei truffati Da ulteriori accertamenti, eseguiti a seguito della dichiarazione di fallimento, è poi emerso che gli amministratori avevano «svuotato di liquidità le casse aziendali, appropriandosi del denaro: solo tra l’1 novembre ed il 19 dicembre 2014 la società ha incamerato bonifici da parte di clienti per oltre 760.400 euro. Con i soldi truffati ed il prosciugamento dei conti aziendali la coppia, per le fiamme gialle, «ha acquistato un appartamento, un’auto, estinto prestiti personali, prelevato denaro contante allo sportello oltre ad aver ‘girato’ ingenti somme su altri conti correnti».

I sequestri  Le indagini hanno comunque consentito di sottoporre a sequestro circa 140.000 euro sui conti correnti bancari e postali degli indagati, un contratto di compravendita di un immobile, valore circa 210.000 euro, e un’auto del valore di circa 20.000,00 euro.

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