SIENA – Un week end di Pasqua da bollino rosso quello che si è vissuto in gran parte d’Italia con le principali destinazioni turistiche che sono state letteralmente prese d’assalto.

Record si è registrato a Venezia con160mila visitatori sabato, 140mila domenica e quasi 100mila a Pasquetta. Numeri eccezionali che però, se non gestiti bene, possono portare la città nel caos. Ecco, quindi, che il sindaco Luigi Brugnaro ha parlato di prenotazioni obbligatorie, in via sperimentale, per i turisti a partire dalla prossima estate per poter visitare la città.

Numeri sicuramente inferiori ma comunque sopra i livelli di guardia quelli fatti registrare anche in gran parte delle aree a vocazione turistica della Toscana. Firenze, Siena, la Val d’Orcia con la perla termale di Bagno Vignoni, Pisa, San Gimignano e Isola del Giglio. Abbiamo scelto sei destinazioni che, seppur con una gestione e capacità di accoglienza dei flussi diversa, potrebbero presto seguire l’esempio di Venezia.

Abbiamo chiesto al docente di marketing territoriale Roberto Guiggiani tre motivi perché potrebbe essere giusta la chiusura e tre motivi perché, al contrario, potrebbe risultare sbagliata.

GIUSTA

  1. Limitare gli accessi ad una delimitata area di una città o ad una destinazione turistica, permette di limitarne il “consumo” (e se vogliamo il degrado o la distruzione) e di poterla ammirare nella sua reale e piena bellezza.
  2. La prenotazione obbligatoria è un modo decisamente comodo, e praticamente alla portata di tutti, per garantire la migliore fruibilità di una visita. Permette di sapere in anticipo, senza dover fare la fila e senza tensioni, quando è il proprio turno.
  3. L’eccesso di turisti (a Venezia come altrove) riguarda spesso poche strade e pochi luoghi di una città: basta spostarsi su una via parallela e non c’è nessuno o quasi. Oppure si concentra su alcune ore del giorno, di solito fra le 10 e le 18. Queste limitazioni potrebbero quindi essere anche un invito – ed un incentivo – a visitare luoghi meno conosciuti di una stessa destinazione o scegliere orari meno frequentati. Una buona pratica è l’app di Feel Florence a Firenze.

 

SBAGLIATA

  1. Esiste un diritto costituzionale che garantisce la libertà di movimento delle persone. I passaporti interni per potersi spostare da una città all’altra (o per accedere a certe città “proibite”) sono stati adottati soltanto da alcuni regimi dittatoriali. E nessuno li auspica in un paese democratico.
  2. La prenotazione obbligatoria può essere vissuta come un atto ostile nei confronti dei visitatori, molti dei quali – sentendosi limitati nella propria libertà di scelta e di movimento – potrebbero decidere di non visitare mai più quella destinazione e scrivere recensioni che ne abbassano il punteggio e la reputazione. L’effetto sul medio-lungo periodo potrebbe essere più negativo del previsto.
  3. Non si può negare che l’installazione di cancellate e tornelli per garantire un afflusso secondo numeri contingentati ha un’influenza molto negativa sull’estetica di un luogo e sul modo in cui essa viene vissuta dai residenti, prima ancora che dai visitatori. L’effetto di “militarizzazione” esiste e, come si è visto subito dopo le pur legittime misure precauzionali a difesa di luoghi istituzionali per timore di attentati terroristici, abbassa notevolmente la percezione dello stare bene in un luogo.

 

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