gabrielli_agnelli«Emanuele Petri è il più bell’esempio della capacità della normalità di farsi straordinarietà». Lo ha detto il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, stamani alla cerimonia per ricordare il 14esimo anniversario della morte di Emanuele Petri, sovrintendente capo medaglia d’oro al valore civile. Petri fu ucciso il 2 marzo 2003 dai terroristi delle Brigate Rosse Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce su un treno regionale Roma-Firenze in transito sulla linea aretina.

«Chi muore per i valori in cui crede non muore mai» Alla cerimonia erano presenti anche la vedova di Petri, la signora Alma, il figlio Angelo, agente di Polizia, e il fratello Leopoldo. Il Capo della Polizia si è soffermato in particolare sul valore della quotidianità di uomini e donne che svolgono il loro lavoro sempre pronti al sacrificio. «E’ sempre complicato trovare le parole per ricordare quanto accaduto, specie se riapre per la famiglia una ferita, però al tempo stesso chi muore per i valori in cui crede non muore mai. Quella ordinarissima mattinata del 2 marzo 2003 ha segnato pero’ – ha proseguito Gabrielli – una svolta importante perchè ha permesso di disarticolare quel gruppo di ‘disperati’ che pensava di ribaltare il nostro ordinamento ed ha evitato altre morti. Rendere un servizio agli altri è la prima missione per chi veste una divisa»”. Gabrielli, insieme alle altre autorità presenti, ha deposto una corona davanti al cippo della stazione di Castiglion Fiorentino che ricorda il sacrificio di Petri. Il sindaco Mario Agnelli ha poi consegnato a Gabrielli la spilla del San Michele patrono di Castiglion Fiorentino.

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