Il dolore per la perdita di un fratello e la fierezza di portare in giro per un’Italia sempre più povera di valori l’esempio di un uomo che è morto per il suo impegno politico e civile. Sono i sentimenti che animano Dario Vassallo, fratello di Angelo, ucciso il 5 settembre 2010 a Pollica (Salerno) con sette colpi di pistola. E ad oggi non c’è una motivazione, non un colpevole per quell’omicidio, ma l’insegnamento di un uomo semplice che con il suo impegno ha trasformato un piccolo paese in un luogo conosciuto in tutto il mondo. Nei giorni scorsi Dario Vassallo ha presentato a San Gimignano “Il sindaco pescatore”, un ritratto pubblico e privato di Angelo, ma anche una riflessione sulla politica attuale e un insegnamento per i cittadini di domani. Perché il sacrificio di Angelo non sia stato vano.

Dopo l’omicidio di suo fratello ha scritto questo libro. E’ un modo per esorcizzare il dolore?
«E’ stata una scrittura catartica ma a convincermi è stata la voglia di raccontare Angelo. Era una persona splendida e completa, che sapeva essere un buon padre, un buon fratello, un buon amico e un buon amministratore. Qualità che, oggi, è sempre più raro trovare nelle persone».

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