Enrico Caselli

di Valentina Giovannini

E’ stato il 18enne casentinese Enrico Caselli, studente dell’Istituto professionale Orafi di Arezzo  a vincere “Un gioiello di Città”, il concorso organizzato dal Rotary di Firenze insieme alla Regione Toscana.

Sulla collana lo scorcio dei tetti di Arezzo Obiettivo del percorso scolastico è quello di mettere a disposizione delle aziende orafe aretine una nuova figura professionale, capace di coniugare la padronanza delle tecniche tradizionali dell’oreficeria con la conoscenza degli strumenti più innovativi del design industriale. Il gioiello vincitore racchiude, infatti, tutti questi aspetti: è una collana che ha nella parte centrale una lastra di ottone, un pettorale posizionato in orizzontale che riporta uno scorcio dei tetti di Arezzo con quello del Comune e del Duomo. «L’idea mi è stata suggerita da un compagno di classe – spiega Caselli – anche se all’inizio non ne ero molto entusiasta, soprattutto per la complessità di realizzazione. Poi però mi è piaciuta, dato che la raffigurazione mi ricordava la vista di Arezzo che ogni mattina mi si presenta davanti quando arrivo col il treno. Per la vittoria del concorso devo ringraziare soprattutto i miei insegnanti, dotati di molta esperienza nel settore, senza i quali non sarei mai riuscito a ottenere le competenze che ho adesso».

Dal disegno a mano al pc Enrico ha seguito la lavorazione per oltre quattro mesi, fin dal disegno a mano, poi ha proseguito con un passaggio al computer per approfondire gli aspetti delle proporzioni, degli spessori e delle dimensioni. In laboratorio, a mano, è stato riprodotto il modello in gomma sulla base del quale si è poi passati alla microfusione. Ma il tocco finale, il valore aggiunto, è arrivato ancora dalle mani di Enrico che con martello e scalpellino ha ritoccato tutti gli angoli dei tetti per dare loro più espressività. «Enrico Caselli ha vinto il prestigioso concorso grazie alla sua passione di disegnatore – commentano con orgoglio dalla scuola – alle sue potenzialità individuali, al suo senso del gusto ed anche ai suoi studi, alla conoscenza della storia dell’arte, alla padronanza di tecniche nuove e antiche. Sensibilità personale e talento di ragazzi, nati in una terra che da oltre duemila anni dona la bellezza del gioiello al mondo, sono il piccolo grande segreto della rinascita dell’Orafo ad Arezzo che ha meritatamente conquistato il premio».

Famiglia d’artisti Nato il 20 dicembre 1999 a Pietà, vicino al La Valletta, a Malta, e vive a Bibbiena, anche se gli piacerebbe trasferirsi ad Arezzo che considera un posto ideale in cui vivere: «Il Casentino è un bellissimo posto anche se a volte sembra poco vivace, soprattutto per i giovani come me – spiega Caselli – Arezzo invece, oltre alla sua ricchezza culturale, è comoda per chi studia, non è isolata ma non è nemmeno troppo grande». Di madre inglese, a casa Enrico parla quasi esclusivamente in inglese: «Ogni estate vado in Inghilterra a far visita ai miei parenti, che abitano perlopiù a Brighton, sulla costa meridionale, a circa 130 km da Londra – racconta – In famiglia siamo tutti più o meno artisti: mio padre fa l’illustratore e molto altro da circa 50 anni ed entrambi i miei fratelli sono creativi, uno dei due lavora a Malta nel campo della produzione audiovisiva. Anche mia madre, casalinga, da giovane dipingeva e tutt’oggi ha come hobby il patchwork con la stoffa, mentre io nel tempo libero leggo e disegno». Sul suo futuro Enrico ammette di non sapere ancora di preciso cosa fare: «però, a questo punto, sono quasi sicuro di proseguire con gli studi universitari. Dopo, probabilmente, cercherò un lavoro nel campo del design». Da Arezzo sono usciti i più grandi artisti e maestri orafi del distretto, i tecnici e le maestranze più qualificate delle produzioni di gioielli ed artefatti artistici: anche se di strada ne ha ancora tanta da fare, Enrico è già tra questi.

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