gsk-labs3In Toscana, nel 2015, sono stati 38 i casi di meningite. Nel 2016, fino al mese di ottobre, 31. 12 i decessi nel biennio. Secondo gli esperti, la malattia meningococcica è una patologia improvvisa potenzialmente mortale: si stima che più di una persona su dieci tra chi ne è colpito possa morire in 24 ore. E’ quanto emerso dalla conferenza “Meningite, parliamone prima”, che si è svolta a Siena al polo Gsk. «Ogni 8 minuti una persona nel mondo muore di meningite, con la vaccinazione si possono evitare fino a 3 milioni di morti». Lo ha detto Daniele Finocchiaro, presidente e amministratore delegato di Gsk Italia, intervenendo a Siena, alla conferenza dal titolo “Meningite, parliamone prima”. «La nostra mission è continuare a sostenere il valore della vaccinazione», ha aggiunto l’ad dell’azienda farmaceutica, specificando che «il calo delle vaccinazioni è un problema grave, se riuscissimo ad aumentarle sarebbe un vantaggio di civiltà per tutti, soprattutto per i nostri figli».

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Daniele Finocchiaro

Contro la beat pharma «C’è bisogno collaborazione continua e costante», ha aggiunto ancora Finocchiaro che ha sottolineato come Gsk sia azienda «leader assoluta di produzione vaccini nel mondo. Di cui un terzo fatto tra Siena e Rosia. Siamo molto felici di aver acquisito questo polo – ha detto -. C’è stato un investimento da 6 miliari e mezzo di dollari per rilevare alcune strutture da Novartis, in larga parte utilizzati per acquisire Siena e Rosia». Finocchiaro ha poi parlato del fenomeno beat pharma. «Sono stanco di questo complottismo – ha detto -. Queste generalizzazioni non fanno bene a nessuno, tantomeno alla popolazione. La vaccinazione non è complotto. In Italia investiamo 350 milioni l’anno, nei prossimi anni previsto un ulteriore miliardo. Sarebbe molto più importante lavorare per aumentare le coperture e sostenere il valore vaccinazioni. Guardiamo oltre la beat pharma  – ha concluso Finocchiaro – perché Gsk è un’eccellenza fondamentale».

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Rino Rappuoli

L’importanza della vaccinazione «Oggi abbiamo tutti i vaccini per eliminare la meningite da tutto il mondo».  A dirlo il chief scientist di Gsk Vaccines, Rino Rappuoli, durante la conferenza organizzata all’interno del polo della casa farmaceutica a Siena, dove è stato scoperto e prodotto il vaccino per il meningococco di tipo B. «Per noi è stato un traguardo molto importante», ha detto ancora Rappuoli, spiegando che «permetterà non solo di salvare molte vite umane, ma anche di cambiare le prospettive della lotta contro la meningite nel mondo». «Perché essere contro il vaccino? – ha aggiunto Rappuoli – Forse perché ci siamo dimenticati dove siamo arrivati oggi. Senza la vaccinazione la vita media della popolazione si abbassa fino ai 40 anni. Oggi le cambieranno totalmente mondo vaccini – ha spiegato ancora il chied scientist di Gsk – . Fino ad oggi il vaccino ha eliminato i virus che uccidevano i bambini nei primi anni di vita. Oggi bisogna  guardare anche alla società che invecchia, alla cosiddetta “ancient society”. La vaccinazione può fare per questa fascia di età quello che ha fatto per i bambini. In linea teorica si può dire che in futuro potrà addirittura prevenire l’insorgere dei tumori, o altre malattie come Alzheimer, allergie ecc.».

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Pier Luigi Lopalco

Vaccinazione unica via «La vaccinazione è l’unico strumento per prevenire la meningite da meningococco», ha sottolineato poi Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Pisa, spiegando che «il batterio è presente nella gola del 10% della popolazione che, inconsapevolmente, lo fa circolare: la vaccinazione deve essere pertanto un dovere sottinteso, che deve tendere ad un’immunità complessiva» che, secondo Lopalco, «è un fattore chiave in sanità pubblica per limitare la diffusione del batterio». Lopalco ha poi parlato di «heard immunity», «immunità di gregge». In sostanza, ha spiegato, mi «vaccino non solo per me stesso, a livello individuale, ma per proteggere l’intra società. Più soggetti immuni ci sono, e più sarà impossibile per il batterio diffondersi». «La vaccinazione per tutti è l’unico modo per correre più veloce della meningite». E’ quanto ha aggiunto Chiara Azzari, responsabile del centro di Immunologia pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze. «La sottostima dei casi di malattia causata dal meningococco è purtroppo un fenomeno noto – ha aggiunto -. Devono essere diffusi sistemi di diagnosi basati su analisi molecolari che, in Toscana, ha permesso di identificare due terzi dei casi che altrimenti non sarebbero stati individuati. Nel nostro territorio è stato messo l’occhio sulla meningite: per questo si ha una così elevata incidenza nella popolazione e, a tratti, si parla di “epidemia” di meningite. In altre regioni – ha concluso Azzari – questo non è successo e, in alcuni casi, si sono trovati di fronte a morti senza diagnosi».

Chiara Azzari
Chiara Azzari
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