angeli-del-fango-alluvione«La giornata di oggi mi riporta a quasi 50 anni fa quando venni per la prima volta a Firenze perchè vidi questa città non nello splendore di quello che è, come ora, ma la vidi nella grande sofferenza dell’alluvione». Così il cardinale di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, parlando a margine del Consiglio comunale  a Palazzo Vecchio, prima cerimonia di commemorazione per l’anniversario dei 50 anni dell’Alluvione di Firenze. «Per altro io ero ai margini della città  – prosegue – perchè non venni qui al centro ma venni nelle case dei quartieri popolari per dare una mano alla gente del popolo quindi ho questo ricordo di tanto sgomento ma anche di tanta accoglienza e tanta dignità dei fiorentini di fronte ad un evento che li stava travolgendo». Betori è stato uno dei tanti Angeli del fango che dal 4 di novembre 1966 si radunarono per diverse settimane a Firenze per aiutare la città a liberarsi dalle problematiche che l’esondazione dell’Arno aveva creato.

«Risorgere dal terremoto come dall’alluvione» Il cardinale di Firenze, nato a Foligno, ha trovato il tempo nel corso della mattinata anche per un suo pensiero alle persone colpite dal terremoto nei giorni scorsi. «Credo che abbiamo delle risorse come popolo italiano che quando è messo alla prova, vengono fuori – ha aggiunto Betori- Io l’ho provato nel ’97 con il terremoto che ha riguardato proprio la mia città, Foligno, la mia casa anche, e quindi so benissimo che come Firenze è risorta dall’Alluvione, così anche la nostra gente dell’Umbria e delle Marche puo’ risorgere da questo tragico terremoto. Abbiamo un futuro perchè siamo solidali fra di noi, sentiamo che l’unità e le speranze non si sono allontanate fra di noi».

alluvione_firenzeIl sindaco Nardella: «Per 48 anni si è fatto davvero poco» Ad aprire la seduta speciale del Consiglio comunale di Firenze, il sindaco Dario Nardella. «Il 4 novembre significa tante cose, anzitutto il ricordo di quel dramma, di quelle ore che hanno strappato 35 vite umane, fra cui 4 bambini, che hanno devastato città intere e hanno ferito il nostro patrimonio culturale -ha evidenziato il primo cittadino – Ma questo 4 novembre ci serve anche per ricordare che Firenze ha saputo rialzarsi, lentamente, ha ricostruito il suo patrimonio culturale grazie ai suoi restauratori, ai suoi storici dell’arte, agli architetti, ma soprattutto ha saputo rialzarsi nei giorni immediatamente successivi grazie agli angeli del fango. Molti dei quali sono qui oggi con qualche capello bianco, ma con la gioia, la commozione negli occhi la stessa di 50 anni fa. Da allora l’Italia e Firenze non sono più le stesse, è nato un sistema di emergenza con la protezione civile, moderno ben organizzato e da allora è anche un sistema di recupero e restauro del patrimonio culturale grazie all’opificio delle pietre dure. Molte cose le abbiamo imparate, molte altre le dobbiamo mettere in pratica. Penso a tutte quelle opere infrastrutturali legate alla prevenzione del rischio idraulico e idrogeologico. Per 48 anni si è fatto davvero poco: dobbiamo dirlo, non dobbiamo nascondere la verità, ma da 2 anni a questa parte il governo e la Regione che sono gli enti competenti per tutto quello che riguarda il rischio dei bacini fluviali hanno dato una svolta con questo piano di 110 milioni di euro per realizzare le opere infrastrutturali, e la prima cassa di espansione nel Valdarno è già in via di ultimazione. Bisogna fare ancora di più, chiedo a governo e Regione di non perdere il ritmo. Per quanto riguarda la nostra città abbiamo un piano di gestione del rischio idrogeologico, abbiamo quindi gli strumenti giusti per gestire il rischio ed eventuali ricostruzioni, lo abbiamo anche dimostrato, perché questo 4 novembre è anche il giorno in cui riapriamo il Lungarno Torrigiani, una ferita che si era aperta nel centro di Firenze, le cui immagini avevano fatto il giro del mondo, quel 25 maggio è stato come ripiombare nel terrore e nella paura dei giorni dell’alluvione. Poi abbiamo capito che tutto questo si poteva ricostruire, presto e bene. Lo abbiamo fatto. Abbiamo dimostrato che Firenze e l’Italia se fanno bene non hanno pari, e può essere un messaggio di speranza e di incoraggiamento ai sindaci delle popolazioni terremotate di questi giorni, verso i quali voglio dare il mio affettuoso messaggio di incoraggiamento. Firenze ha saputo rialzarsi, potete rialzarvi anche voi. Le nostre città sono molto fragili, di fronte alle catastrofi naturali, ma sono città piene di forza, sono città che stanno nel cuore di tutti, come gli angeli del fango provenienti da tutto il mondo hanno dimostrato. Non dimentichiamo di questo messaggio: ci si può rialzare dal fango, dalle macerie. Oggi 4 novembre ci serve a ricordare tutto questo. A nulla vale ricordare gli errori del passato, se non siamo determinati a non ripeterli mai più» ha concluso il primo cittadino.

Articolo precedenteCapitale del cibo. Il mondo è da mangiare alla Biennale enogastronomica di Firenze
Articolo successivoPresunte mazzette. Arrestato il presidente dei costruttori edili di Firenze