
Uno dei principali prodotti agroalimentari italiani nel mondo, con oltre il 90% di prodotto esportato, commercializzato in 120 paesi. E’ l’Aceto balsamico di Modena Igp, figlio delle terre di Modena e Reggio Emilia, che dall’inizio dell’anno è tutelato da un consorzio appositamente creato per rispondere alle numerose contraffazioni. Di questo si è discusso a Modena nell’incontro organizzato dal Consorzio per migliorare la strategia di contrasto.
‘Aceto’ e ‘balsamico’, termini comuni ma non generici – L’aceto balsamico di Modena Igp ha infatti una produzione ‘ufficiale’ di 90 milioni di litri l’anno per un fatturato che supera in partenza i 400 milioni, e arriva a 600 milioni al consumo. Numeri che sono paragonabili a quelli della contraffazione, producendo di conseguenza un danno importante per i produttori e confusione tra i consumatori. Federico Desimoni, direttore del consorzio, ha spiegato che ora ci sono “doveri e responsabilità da cui non ci si può sollevare e c’è la necessità di una rilettura della normativa in vigore, che dice che i termini come ‘balsamico’ e ‘aceto’ appartengono al linguaggio comune ma vanno usati rispettando le normative. Quindi quello che faremo è capire cosa vuol dire rispettare le norme, nel caso andando fino alla Corte di giustizia europea. ‘Aceto’ e ‘balsamico’ sono termini comuni ma non generici