La Bce avrebbe respinto la richiesta di Mps di concedere più tempo per l’aumento di capitale. Lo si apprende da fonti finanziarie. L’istituto senese aveva chiesto 20 giorni in più visto il mutato contesto per l’esito del referendum. L’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli e il presidente dell’istituto, Alessandro Falciai hanno partecipato stamattina ad una riunione al ministero dell’Economia alla quale oltre al ministro Pier Carlo Padoan erano presenti anche gli advisor Jp Morgan e Mediobanca. Secondo quanto hanno precisato fonti del Mef, l’incontro è servito per fare il punto della situazione e non si sarebbe parlato di decreto.
In attesa del decreto Il no della Bce alla richiesta di Mps rende di fatto impossibile realizzare la ricapitalizzazione sul mercato, secondo quanto previsto dal piano messo a punto dagli advisor Jp Morgan e Mediobanca. Lo confermano fonti vicine all’operazione. Per mettere in sicurezza Mps e aiutarlo a raccogliere capitali servirà dunque l’intervento dello Stato, con il Tesoro al lavoro per un decreto legge che potrebbe vedere la luce nel fine settimana. Ma al salvataggio del Monte dovranno con ogni probabilità contribuire anche i titolari delle obbligazioni subordinate emesse dalla banca.
Immediato Cda Mps dovrebbe tenere un Cda nel pomeriggio per prendere atto della bocciatura della Bce alla richiesta di proroga dell’aumento, al momento non ancora formalizzata alla banca, e per decidere il da farsi. La riunione, a quanto si apprende, sarebbe in agenda alle 16:30 ma la situazione resta fluida.