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SIENA – Il Biotecnopolo di Siena sta lavorando per creare nella città toscana un hub pubblico dedicato all’innovazione biomedica.

Un centro capace di attrarre i migliori talenti internazionali e offrire ai ricercatori italiani che lavorano all’estero la possibilità di rientrare e mettere le proprie competenze al servizio del Paese.

A dichiararlo sono Gianluca Polifrone e Rino Rappuoli, rispettivamente direttore generale e direttore scientifico della Fondazione Biotecnopolo, in occasione della partecipazione dell’ente al 5th Mcm Rd Funders Roundtable organizzato dal Cepi a Ottawa, in Canada. L’incontro ha riunito i principali attori internazionali impegnati nella preparazione contro le malattie emergenti.

«Il messaggio lanciato a Ottawa è chiaro: senza una collaborazione strutturata tra pubblico e privato non è possibile accelerare i trial clinici di fase avanzata e garantire un accesso equo alle nuove tecnologie sanitarie», spiegano dalla Fondazione.

«Le partnership pubblico-private non sono un’opzione, ma una necessità — sottolineano Polifrone e Rappuoli —. Il pubblico porta visione e garanzie di equità. Il privato aggiunge agilità, capacità di rischio e di scala. Solo insieme possiamo creare un ecosistema in grado di trasformare la ricerca in benefici reali per i pazienti».

L’obiettivo del Biotecnopolo è diventare un attore riconosciuto sulla scena globale. «Il nostro compito — proseguono i due dirigenti — è agire come ponte tra governi, industria e comunità scientifica internazionale. Vogliamo che le scoperte arrivino alle persone in tempi rapidi e in modo equo. La scienza deve essere al servizio di tutti».

La presenza della Fondazione a Ottawa rappresenta inoltre «un segnale della sua vocazione internazionale e conferma il ruolo strategico che l’Italia intende giocare nella costruzione di nuove reti per la ricerca biomedica e nella lotta alle pandemie del futuro».