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FIRENZE – Negli ultimi giorni la stanchezza si è fatta sentire, con i suoi detrattori pronti a sottolineare le gaffe.

Però, alla fine ha avuto ragione lui, ottenendo la riconferma alla guida della Regione. Forse la partita più impegnativa Eugenio l’ha affrontata prima di sfidare Alessandro Tomasi, quando ha dovuto convincere Elly Schlein e i reggenti toscani del partito, Emiliano Fossi, che lui era ancora una volta l’uomo giusto.

D’altronde, gli indici di popolarità, come hanno evidenziato i sondaggi, sono sempre stati in ascesa. Impossibile non conoscerlo, con quella sua onnipresenza sovrannaturale, che lo porta a non mancare un evento, grande e piccolo che sia.

Certo, c’è una dose di ritardo da mettere in conto per chi lo aspetta, ma con il passare del tempo, un po’ tutti ci hanno fatto l’abitudine. Poi vuoi mettere la soddisfazione, nel vederlo tuffarsi in Arno in pieno inverno o provare a manovrare una ruspa. Non siamo al Vladimir Putin che lotta una tigre, ma l’effetto scenico rende bene lo stesso. Come quando si improvvisa giocatore di basket all’inaugurazione di una palestra nel Fiorentino.

Una strategia già rodata da presidente del Consiglio regionale, poi affinata nel corso del primo mandato da governatore: portare l’istituzione fuori dal palazzo. Non tutte le ciambelle escono con il buco, ma poi quando c’è da mettere una x sulla scheda elettorale, i dividendi arrivano. Perché, al netto di battute al vetriolo, soprannomi non tanti benevoli e pagine parodia dedicate sui social, di fronte a un’invito il nostro non si tira mai indietro, riuscendo così a diventare una presenza famigliare tra gli elettori. Una formula semplice, ma di grande impatto.