FIRENZE – Dopo una svolta nel mercato dei mutui verificatasi a maggio, con i finanziamenti a tasso variabile nuovamente più convenienti rispetto a quelli a tasso fisso, la forbice tra le due tipologie si è progressivamente ampliata a favore del tasso indicizzato nei mesi scorsi.
Tuttavia, la maggioranza degli italiani continua a preferire la stabilità del tasso fisso, che nel 2025 rappresenta il 96,6% delle richieste complessive.
Dopo l’inversione di rotta per il mercato dei mutui avvenuta a maggio, con i finanziamenti a tasso variabile che sono tornati ad essere più convenienti di quelli a tasso fisso, la forbice tra le due tipologie di finanziamento si è gradualmente aperta nei mesi scorsi a favore del tasso indicizzato. Tuttavia, nonostante il TAN medio meno favorevole la stragrande maggioranza dei consumatori continua a preferire la sicurezza del fisso, che nel 2025 assorbe il 96,6% del totale delle richieste.
La scelta del tasso fisso, che permette di bloccare la rata mensile per tutta la durata del mutuo, resta un rifugio preferito soprattutto in un contesto geopolitico incerto. Al contrario, la quota di mutui a tasso variabile si ferma al 2,6%, in crescita rispetto allo 0,5% del 2024 ma ancora lontana dai livelli del 2023 (6,3%) e del 2022 (17,7%).
Secondo MutuiOnline.it, la differenza tra i due tipi di mutuo si attesta oggi a 58 punti base: il TAN medio è del 2,69% per il variabile a 20 e 30 anni, mentre quello del fisso è al 3,27%, livello ancora considerato accettabile. Su un mutuo ventennale di 150.000 euro, scegliere il variabile consente un risparmio di circa 43 euro al mese, pari a quasi 10.450 euro nell’intera durata. Estendendo il mutuo a 30 anni, il risparmio mensile cresce a 46 euro e il risparmio complessivo a quasi 16.900 euro.
Matteo Favaro, Coo di MutuiOnline.it, commenta: “Lo stop ai tagli da parte della Bce a partire dalla riunione di luglio ha portato a una stabilizzazione dei tassi sui mutui a tasso variabile con quelli a tasso fisso che hanno subito un leggero rialzo causato dall’instabilità geopolitica. Rientrata per il momento la minaccia dei dazi, anche questa tipologia di finanziamenti sembra essersi stabilizzata da agosto in avanti, attestandosi su un tasso medio storicamente più che accettabile. Il momento è dunque ancora favorevole per chi vuole bloccare la rata, mentre per ora il risparmio garantito dal variabile sembra essere troppo piccolo per giustificare il rischio dovuto alle fluttuazioni del mercato.”
Mutui in crescita nella durata e nel valore in Toscana
Guardando specificamente alla Toscana, i dati di MutuiOnline.it per il 2025 mostrano una sostanziale stabilità nell’età media dei richiedenti, che passa da 40 anni e 2 mesi del 2024 a 40 anni e 3 mesi. Cresce leggermente la durata media dei mutui, che sale da 24 anni e 8 mesi a 24 anni e 9 mesi, indicando un clima di fiducia crescente anche da parte delle banche.
Il Loan-to-Value (LTV), cioè il rapporto tra importo richiesto e valore dell’immobile, registra un leggero aumento passando dal 67,5% al 68,1%. La finalità più comune resta l’acquisto della prima casa (59%), seguita dalla surroga del mutuo (30,8%) e dall’acquisto della seconda casa (6,8%).
Tra le province toscane, Grosseto segna l’età media dei richiedenti più alta (41 anni e 5 mesi), mentre Siena si distingue per la durata media più lunga dei mutui (25 anni e 4 mesi). Lucca e Pistoia registrano le durate più brevi, attorno ai 24 anni e 3 mesi.
Sul fronte degli importi medi richiesti, Firenze è la provincia con i valori più elevati (154.782 €), mentre Arezzo si attesta al livello più basso (123.956 €). Anche sul valore degli immobili, Firenze guida la classifica con una media di 262.080 €, mentre Massa Carrara è la provincia con il valore medio più contenuto (199.998 €).







