La banalità del male è il titolo del libro della filosofa tedesca Hannah Arendt. Il suo significato è il messaggio che la Regione, attraverso l’organizzazione della Giornata della Memoria 2010, il 27 gennaio al Mandela Forum a Firenze, vuol trasmettere alle migliaia di giovani che vi parteciperanno. Ovvero che il male è una realtà che può diventare banale, ordinaria, se praticato in modo sistematico.
Un po’ come fecero tanti gerarchi nazisti durante la seconda guerra mondiale, quasi con indolenza e, probabilmente, senza consapevolezza e senza pensare alle conseguenze. La giornata si aprirà con i saluti, tra gli altri, del presidente Claudio Martini. Subito dopo Moni Ovadia proporrà ai ragazzi il video-racconto Il dovere di ricordare. Riflessioni sulla Shoah (realizzato in collaborazione con Edizioni Palumbo). Seguiranno le voci dei testimoni, di coloro che hanno avuto la fortuna di tornare e di poter tramandare le proprie, tragiche, esperienze.
Gli interventi – Il Premio Nobel per la letteratura 2002, l’ungherese Imre Kertész (nella foto), deportato ad Auschwitz a 15 anni e successivamente trasferito a Buchenwald, unico sopravvissuto della sua famiglia, invierà la propria testimonianza in video. Interverranno di persona lo scrittore triestino Boris Pahor, internato nei campi di Natzweiler-Struthof (esperienza raccontata nel libro Necropoli), Dachau e Bergen Belsen; Pietro Terracina, anche lui deportato ad Auschwitz a 15 anni; le sorelle Andra e Tatiana Bucci, deportate, ancora bambine a 4 e 6 anni, ad Auschwitz e Marcello Martini, giovane staffetta partigiana della resistenza toscana, deportato all’età di quattordici anni a Mauthausen. A conclusione della mattinata interverrà lo scrittore israeliano Amos Oz. La conduzione è affidata allo storico Giovanni Gozzini.

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