Le acciaierie di Piombino

PIOMBINO. Società e ministero sono sempre più lontane e sul futuro delle acciaierie tornano nubi cariche di preoccupazioni. «La strada del contenzioso legale ci vedrà costretti a difenderci», ha detto Said Benikene, ad Aferpi e Cevital, spianando la strada a una battaglia in tribunale per la rescissione del contratto che si annuncia molto lunga, dicendosi «sorpreso decisione di dare il via all’azione legale del ministro Carlo Calenda».

Verso il contenzioso Una posizione, quella del Mise, che il commissario straordinario Piero Nardi ha ribadito ai sindacati piombinesi durante l’incontro di mercoledì, spiegando che andrà avanti per vie legali. «Pensiamo che questo tipo di strada avrà solo una vittima: i 2.000 dipendenti, appesi per anni alle decisioni della giustizia», ha detto Beninkene. L’impressione comunque è che ormai si andrà al contenzioso, durante il quale le acciaierie potrebbero rimanere in stallo finché non verrà sciolto il nodo della proprietà. «Crediamo nel nostro progetto di rilancio e stiamo continuando a lavorare per presentare il nostro piano industriale entro la fine di dicembre, come previsto dall’addendum» ha aggiunto Benikene. Aferpi, insomma, non farà alcun passo indietro. Il ministero neanche. Difficile quindi pensare a un esito diverso, anche se la speranza è l’ultima a morire. «Aspettiamo fiduciosi che nel più breve tempo possibile si riprenda l’attività produttiva», ha detto ieri il governatore Enrico Rossi.

Le reazioni Sulla vicenda interviene Sinistra Italiana con i parlamentari Stefano Fassina e Alessia Petraglia insieme ai coordinatori regionali del partito Marco Sabatini e Daniela Lastri: «La scelta del ministro Calenda era ormai l’unica possibile ed è comunque arrivata tardi. È giusto avviare le procedure per risolvere il contratto con Cevital, ed è allucinante che l’ad Said Benikene possa ancora presentarsi come salvatore, utilizzando i lavoratori come scudo umano. Le nuove promesse con un piano industriale entro dicembre – aggiungono in una nota – vanno respinte senza esitazioni. Quel soggetto, speriamo sia chiaro a tutti, non è affidabile. Adesso il Governo sia conseguente: acceleri il percorso, fino ad arrivare alla totale acquisizione, che seppur temporanea, deve mettere in sicurezza l’asset strategico e i dipendenti, riportando immediatamente l’azienda sul mercato. E contemporaneamente si parta con le bonifiche sulle quali anche troppo tempo si è perso».

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