SIENA – «Nel 2023 ho chiesto a Paolo William Tamburella, con il quale ci conosciamo da anni, di continuare il dialogo iniziato nel 2022 con Cortemporanea, il progetto che trasforma la corte di Palazzo Chigi Zondadari in spazio espositivo dedicato a lavori site-specific di artisti italiani e internazionali».

Flavio Misciattelli, presidente Fondazione Palazzo Chigi Zondadari, ricorda la genesi di Àitason, il percorso artistico da giugno a novembre 2023 a Palazzo Chigi Zondarari.

«Paolo ha visitato più volte il Palazzo e ha notato riferimenti alla vite e alla simbologia: dalle decorazioni degli stucchi del soffitto del salone da ballo ai tralci che si dipanano con eleganza su un vaso di terracotta etrusca all’ingresso, avvolgendo la sua superficie – prosegue Misciattelli -. Da qui è nata l’idea di Àitason: far nascere una pianta di vite centenaria da un grande orcio in terracotta realizzato dall’artista posizionato sotto le grandi finestre dell’ingresso. Il risultato è stato dirompente e delicato, come se la vite fosse sempre stata parte integrante degli spazi del Palazzo».

È andato ancora oltre, descritto nel catalogo, 74 pagine di racconto ed immagini ad alto impatto narrativo e visivo. Evento nell’evento, la presentazione nella sala Sant’Ansano, Fondazione Santa Maria della Scala, è stata accompagnata dalla proiezione del cortometraggio di Joshua Van Praag realizzato in occasione della mostra e da una riflessione di Davide Lacagnina, professore Università di Siena. «L’iniziativa – ha spiegato Chiara Valdambrini, direttrice Fondazione Santa Maria della Scala – arricchisce il programma ‘RaggioVerde’, dedicato alla cura del Paesaggio e sostenuto dalla Regione Toscana Toscanaincontemporanea 2023-2024».

Il piano, ha continuato la curatrice Michela Eremita, «si apre alle realtà del territorio o limitrofe che si occupano del paesaggio attraverso esperienze artistiche».
«L’installazione scultorea di Paolo William Tamburella diventa un’opera d’arte unica – ha spiegato Valentina Bruschi – curatrice della mostra -, in cui l’intreccio di piante di vite, dalle dimensioni sorprendenti, innestato nell’architettura settecentesca del palazzo, sembra celebrarne la magnificenza. Un elogio dei secoli trascorsi e del tempo attraverso l’elemento naturale in simbiosi con la dimora, come se da sempre l’avesse abitata in dialogo continuo».

L’intreccio fra arte e natura a Palazzo Chigi Zondadari, Tambuella lo spiega nella pagine del catalogo e lo ha ricordato al Santa Maria della Scala. «L’opera prende il nome da una parola di origine etrusca che descrive la coltivazione della vite sugli alberi. Una tecnica conosciuta come ‘vite maritata’, per il legame stretto che si crea tra la vite e l’albero attorno al quale si avviluppa per sostenersi. In questo caso, invece, è come se sposasse il palazzo. Un’installazione scultorea, realizzata con un intreccio di viti provenienti dalla Toscana e dalla Francia: da un vaso cresce attraversando la corte e le pareti fino a proiettarsi nello spazio esterno, in una moltitudine di rami che si espande attorno a finestre, balconi e opere della collezione di Palazzo Chigi Zondadari, mettendo in relazione la forza delle architetture settecentesche con quella della natura».

Àitason a Palazzo Chigi Zondadari, la pubblicazione, l’evento al Santa Maria della Scala, si incontrano nell’introduzione al catalogo Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli. «Paolo William Tamburella – commenta – utilizza la natura e il contesto storico come fossero travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’Agosto di ‘wertmülliana’ memoria. L’emozione resuscitata, l’opera ultima, riporta alla mia memoria il gusto del vino di quella Terra, per me il più buono. Quel senso di speranza condivisa, il popolo della Terra e dell’arte di fare il vino, è racchiusa nella parola ‘Terroirè coniata non dagli Etruschi ma dai moderni Signori del Vino: ci hanno insegnato che i segreti non vanno disvelati del tutto altrimenti non esisterebbe il mito».

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