mps_1.JPG«Sul fatto che siamo rimasti gli unici avrei qualcosa da dire, ma non lo faccio. Siamo rimasti perché eravamo molto interessati ad una partnership di lungo periodo con Mps, banca con la quale abbiamo altre attività». Così l’ad di Cerved Marco Nespolo ha spiega l’interesse della sua azienda, specializzata in analisi del rischio di credito e gestione di Npl, per la piattaforma Juliet. Operazione secondo cui Cerved sarebbe rimasta da sola in gara.

Cerved per i crediti deteriorati di Mps La società è nell’operazione, ha aggiunto Nespolo, «perché le condizioni che siamo riusciti a discutere con la banca, in totale partnership, ci soddisfano. E sulla base di queste condizioni abbiamo potuto completare un’operazione che per noi segna un importante passo in avanti sulla crescita del nostro business di credit management, e con una traiettoria di lungo periodo perché e’ operazione decennale».

Npl e aumento di capitale Sul fatto che l’operazione sui sofferenze sia subordinata al successo dell’aumento di capitale, Nespolo ha ribadito di non poter essere che «ottimista e soprattutto un grande tifoso di questo aumento di capitale». L’accordo su Juliet, ha spiegato, prevede quello che è stato comunicato ieri al mercato e sulla base del quale si sta organizzando l’aumento di capitale, e cioè «che il fondo Atlante acquisti 27 miliardi di Npl esistenti attuali e ne dia un terzo in gestione a questo soggetto che nasce dal deal di cui Cerved fa parte». E che Mps «vendendo questo servicer, in questo caso a noi se l’operazione si concluderà con successo, avrà un partner in esclusiva per un contratto decennale per la gestione di tutti i flussi futuri di Npl generati dalla banca». Si tratta quindi per Nespolo di una operazione sistemica che prevede «da una parte Banca Monte Paschi in partnership con noi sulla gestione dei flussi futuri e un terzo della gestione degli stock attuali e Atlante che affiderà ad altri servicer la gestione dei rimanenti 18 miliardi».

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