«Smart working oltre il 31 luglio?  E cosa farà chi per mestiere prepara il pranzo a chi lavora fuori casa?» Se lo chiede Confesercenti Siena a proposito dell’intenzione manifestata ieri dalla Ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, di estendere la  modalità di lavoro a distanza per i dipendenti pubblici.

Il direttore Fucecchi: «Conseguenze pesantissime per migliaia di persone» «E’ possibile che una diversa organizzazione del lavoro nel lungo periodo sia inevitabile- osserva Valter Fucecchi, Direttore di Confesercenti Siena – ma nel frattempo quel che è certo è che accelerarla in questa fase comporta conseguenze pesantissime per migliaia di persone». Bar, ristoranti, ma anche attività commerciali o di servizio aperte in orario continuato: sono svariate le imprese che anche a Siena e provincia hanno basato la propria ragione d’essere su una clientela che è abituata a spostarsi da casa per lavorare, e quindi anche  mangiare o fare acquisti fuori. «Sono tutti imprenditori e lavoratori che stanno già pagando pesantemente il peso economico della pandemia – prosegue Fucecchi -, e che ora hanno un estremo bisogno di  recuperare la naturale clientela. Ecco perché  quella  espressa dalla Ministra  sembra proprio una valutazione  superficiale, che non tiene conto dei suoi effetti collaterali».

Né universitari, né dipendenti Confesercenti fa notare che, oltre allo smartworking dei dipendenti pubblici, le attività commerciali scontano anche la dslocazione adottata in tal senso anche da altre rilevanti attività del nostro territorio:  “A chi tiene accese le vetrine nel centro di Siena o in periferia mancano in questo periodo anche migliaia tra studenti universitari e dipendenti di aziende come Mps, in gran parte dislocati da mesi a casa per le proprie attività di studio o lavoro. «E’ tutta linfa vitale per la città che è venuta meno, e se questa mancanza diventa cronica in un brevissimo lasso di tempo le conseguenze sociali saranno pesantissime – aggiunge Fucecchi –  non solo per i diretti interessati, ma per l’intera popolazione: una città resa fantasma è un incubo inaccettabile: lo ha detto ieri il Sindaco di Milano, noi lo evidenziamo da tempo. Chi lavora nel pubblico, ma anche chi organizza il lavoro nelle aziende private, non può ignorare la responsabilità sociale che sta dietro a queste scelte. Se si vuol incentivare il lavoro agile oltre l’emergenza lo si faccia in modo realmente efficace e graduale, nel lungo periodo. Diversamente i danni complessivi saranno ben maggiori dei benefici».

Articolo precedenteGiustizia riparativa e beni comuni. Inaugurata la casetta per lo scambio di libri al parco dell’Anconella
Articolo successivoLa classifica. La Scuola Sant’Anna è quarta al mondo tra le giovani università, rettrice: «Risultato di cui siamo fieri»