“I numeri di questa manovra sono inaccettabili, si tratta di un taglio di altri 3 miliardi per i Comuni. Sommati al miliardo e mezzo nel 2011 e ai 2 miliardi e mezzo per il 2012, si arriva a una riduzione totale di 7 miliardi in quattro anni solo per questo comparto”. A lanciare l’allarme sugli effetti della nuova manovra economico-finanziaria per i Comuni è il presidente di Anci Toscana Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno.


Taglio indiscriminato – “Noi Comuni abbiamo già risparmiato moltissimo riducendo in questi anni del 10% la spesa pubblica di nostra competenza – ha aggiunto Cosimi -. Non siamo in condizione di affrontare questo taglio indiscriminato che produrrà l’effetto di far chiudere i servizi ai cittadini, alle famiglie, alle imprese. Bisogna che il Governo comprenda che in questo modo è finito il federalismo come fatto politico-istituzionale, tutte le scelte di bilancio dei Comuni sono tornate nelle mani del Governo centrale, ci dicano loro che cosa dobbiamo tagliare. Per noi questa quantità è insopportabile, e lo è anche la modalità con cui ci è stata somministrata”.


Sospensione della partecipazione – Il presidente di Anci Toscana ha ricordato che l’Ufficio di presidenza di ANCI nazionale, di cui Cosimi è membro e che si è riunito ieri a Roma, ha elaborato un documento in cui i Comuni annunciano tra l’altro la sospensione della “partecipazione alle attività relative all’attuazione del federalismo fiscale, che appare del tutto superato dai contenuti della manovra, non assicurando a nessun livello la collaborazione istituzionale di cui si erano fatti carico in questi anni” e “chiedono al Parlamento una immediata verifica della sostenibilità del decreto legislativo n.23/2011 sul federalismo fiscale dei Comuni, dichiarano l’immediato blocco delle attività inerenti il calcolo dei costi e dei fabbisogni standard ed il ritiro del decreto legislativo in materia di premi e sanzioni”.


I numeri – Per i Comuni toscani la manovra estiva dello scorso luglio 2010 ha significato – ha illustrato Cosimi – una riduzione per il 2011 dei trasferimenti erariali pari a 101 milioni di euro. La nuova manovra ha confermato a livello nazionale il taglio già previsto da 2,5 miliardi e mezzo per il 2012. Secondo stime di Anci Toscana per il 2012 per i Comuni toscani la riduzione dei trasferimenti ammonterà ad 169 milioni. La nuova manovra economico finanziaria per gli anni 2012-2014 prevede per i Comuni 3 miliardi di euro aggiuntivi rispetto alla manovra vigente, suddivisi in 1 miliardo nel 2013 e 2 miliardi nel 2014. Sempre secondo stime di Anci Toscana, per i Comuni toscani questo si tradurrà in una ulteriore riduzione di trasferimenti di 68 milioni per il 2013 e di 135 milioni per il 2014.


Fine del federalismo – Ma non c’è solo l’aspetto economico: “In questa manovra c’è una scelta politica – ha detto Cosimi -: colpire l’idea che i servizi, attraverso la mano pubblica, possano essere strutturati in relazione ai bisogni delle comunità”. Il presidente di Anci Toscana ha citato a questo proposito il ritardo (rispetto a quanto stabilito nell’accordo in Conferenza Stato-Città del 31 maggio 2011) nell’erogazione ai Comuni delle somme loro spettanti a fronte della soppressione di alcuni trasferimenti (es.fiscalizzazione dell’Ici) e la questione del trasporto pubblico locale: “Il finanziamento dell’anno scorso contrattato per il 2011 sul Trasporto pubblico locale alle Regioni doveva esser fuori dal Patto di stabilità – ha aggiunto Cosimi – è stato invece diminuito e in più è all’interno del Patto di stabilità”. Così, “E’ la fine del federalismo”, ha affermato con forza il presidente di Anci Toscana. “Siamo di fronte a una manovra che strangola ogni tentativo e anche ogni elemento di fantasia da parte dei sindaci di fornire i servizi che siano rivolti ai cittadini – ha affermato Cosimi –. Non si può pensare di costruire capitoli di bilancio dei Comuni, finanziarli con quantità predefinite, sottoporre i Comuni a controlli come i costi e i fabbisogni standard, a cui noi ci sottoponiamo ben volentieri se servono a dare un’omogeneità di prestazione su tutta la penisola, dopo di che viene fatta una manovra ulteriore di 3 miliardi prima ancora che sia entrato in vigore il sistema che misura i Comuni. Così non siamo più in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini”.


Firenze

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