fiorentinaRiparte dalla sfida di domenica prossima fra le mura amiche dello stadio ‘Franchi’ di Firenze la rincorsa alla partecipazione alla prossima Champions League della Fiorentina umiliata nel punteggio e sorpassata in classifica venerdì scorso a Roma dai giallorossi di Luciano Spalletti. Una settimana a leccarsi le ferite e contare i molti indisponibili per il tecnico Paulo Sousa che ha il dubbio amletico se potrà recuperare a centrocampo almeno uno fra Borja Valero e Vecino, mentre difficilmente sarà ancora disponibile il difensore Yohan Benalouane, ad oggi mai convocato dal momento del suo acquisto a fine gennaio scorso. Come avversario fra poche ore quel Verona sorprendentemente ultimo in classifica e pieno zeppo di giocatori che nel recente passato hanno vestito la maglia gigliata.

Tanti ex viola tra gli scaligeri A cominciare dal portiere Pierluigi Gollini, perfetto esempio di fallimento della politica giovanile viola visto che l’estremo difensore gialloblu’ fuggi dai colori gigliato quando ancora vestiva la maglia degli Allievi della Fiorentina perchè non convinto dal progetto del club della famiglia Della Valle, accettando l’offerta del Manchester United dell’allora manager Alex Ferguson. Poi Gollini è tornato in Italia, a Verona, e l’anno scorso con le sue super parate ha eliminato la formazione gigliata Primavera dal torneo di Viareggio. Stavolta dovrà evitare i tiri di Kalinic o Babacar, mentre per la formazione di Luigi Del Neri cercheranno di essere lucido sotto porta Giampaolo Pazzini e Luca Toni. Il primo è la storia di un fallimento tecnico nello scommettere su di lui come prima punta viola nell’estate del 2006, promosso dall’allora d.s. Pantaleo Corvino ma bocciato dal tecnico di quei giorni Cesare Prandelli, che pretese una seconda ‘prima punta’, e che fu accontentato con l’arrivo di Bobo Vieri. L’ex c.t. azzurro faceva giocare quest’ultimo e Pazzogol ci soffriva, tanto che scoppio’ anche in lacrime dopo una sostituzione in Europa League che ne certifico’ la bocciatura tecnica. Non è mai scoppiato vero amore fra l’attaccante di Montecatini Terme e la Fiorentina, tanto che poi Pazzini ha dovuto girare l’Italia per trovare fortuna: prima Samp, poi Inter ed anche Milan, per poi riabbracciare l’ex compagno in viola, Luca Toni. Con quest’ultimo ha giocato poco a Firenze, anche perchè il giocatore di Pavullo sul Frignano segnava a raffica all’ombra della Cupola del Brunelleschi, vincendo anche una Scarpa d’oro. Ai tempi gigliati per Toni si realizzarono magliette ad ‘hoc’: ‘Toni e furmini’, cori ad personam e celebrazioni, ma l’oggi bomber del Verona sognava il top club, e dopo aver avuto l’accordo sulla parola con l’Inter, se ne ando’ al Bayern Monaco, per poi tornare 3 anni fa, ma con Vincenzo Montella, allenatore di quella Fiorentina, che non lo vedeva, tanto da prefergli alcune volte pure un certo Larrondo. Ottimi i rapporti con la società per Toni, meno con la gente che non gli ha perdonato quella fuga da Firenze nel momento di suo massimo splendore realizzativo. Chi sogna forse un giorno di arrivare ai gol di Toni è un altro ex viola, Ante Rebic. A proposito di Vincenzo Montella, lui nell’estate 2013 sognava un grande regista a centrocampo che fungesse da vice Pizarro. Il presidente esecutivo Mario Cognigni, quasi a dispetto, gli acquisto’invece per 9 miliardi di vecchie lire questo carneade croato, mai sbocciato ed indisciplinato, mai maturato, se è vero che anche Paulo Sousa nei primi 4 mesi di questa stagione lo ha sostituito piu’ volte dopo 45′, decidendo di non fargli rivedere piu’ il campo dopo una prestazione indecorosa contro l’Empoli. Detto di Romulo, uno venuto a Firenze come terzino, e ben presto trasformatosi in ala visto la sua incapacità di fare la fase difensiva, e che non ci ha pensato due volte a tradire i suoi ex tifosi, passando alla Juve, dove ha anche vinto uno scudetto per 4 presenze totali in campo; un altro che ha passato il primo periodo di questa annata a Firenze è stato Gilberto. Se la Fiorentina cercava nel brasiliano il post Joaquin, niente di piu’ sbagliato. Il classe ’93 di Campinas si è dimostrato giocatore mediocre e poco disciplinato, tanto che è stato mandato a farsi le ossa in veneto visto i suoi evidenti limiti tecnici per le ambizioni di Borja Valero e compagni. Uno invece che la prossima estate potrebbe fare il viaggio inverso è Federico Viviani, autore dell’unico gol nella gara di ritorno di finale di Coppa Italia Primavera il 30 marzo 2008, allora con la maglia della Roma. Viviani è cresciuto con lo zio di Tivoli che lo ha fatto innamorare del calcio facendogli vedere come giocava un certo Gabriel Omar Batistuta. Chissà che il classe ’92 di Lecco domenica prossima non venga al ‘Franchi’ di Firenze a prendere le misure. Per sapere come si sta con la maglia viola ha un pullman di compagni di squadra che già oggi possono raccontargli l’effetto che fa.

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