Ma sì, dai, ben venga questa nuova legge, togliamo anche ‘sti trecentoquarantacinque parlamentari, che ce ne facciamo. Che poi su mille persone rischi che qualcuno che vuol pensare con la sua testa te lo trovi sempre tra  i piedi eh.

D’altronde i cittadini ci fanno la ola quando gli diamo in pasto ‘sto tipo di roba, e cosi li teniamo anche un po’ buoni che se poi si accorgono che l’Italia è l’ultimo Paese europeo per crescita economica e che non ci sarà più lavoro per i prossimi decenni, qui diventa un casino.

Tra l’altro poi se quelle due belle aule di Palazzo Madama e Montecitorio non ci servono più, grandi come sono, possiamo metterle a reddito. Ci facciamo fare i matrimoni, sai i soldi che tiriamo su. I parlamentari li spostiamo in qualche altra auletta, magari senza tanti drappi, lampadari e roba simile, che diamo un bell’esempio di austerità. Una mano di bianco sui muri, sedie di plastica, e via, viaggiare con la spending review.

Ai Consiglieri regionali già una sgrossata su e giù per l’Italia gliela abbiamo data, però si può fare meglio, dobbiamo lavorarci. Quelli sono duri a cedere, ma al prossimo scandalo sui rimborsi, tipo quella roba che si fanno pagare le mutande, vedrai che si sentono tutti sotto scacco, anche quelli che non c’entrano niente, e noi gli ridiamo giù.

Sono certo che qualcosa ancora tiriamo via anche lì.

In provincia invece già abbiamo fatto un lavorone: cancellate intere classi politiche, così da un giorno all’altro. Roba che chi l’avrebbe mai immaginato. Tutti quegli amministratori provinciali, dalle Alpi a Lampedusa, e con una leggina assurda: puff… Spariti.

Anche nei Comuni abbiamo tolto un po’ bel di assessori e di consiglieri.

Siamo riusciti a farci credere raccontando in giro che era un problema di costi, anche dove prendevano dieci euro a seduta. Abbiamo colto l’attimo alla grande, carpe diem e via pezzi di partecipazione popolare.

Anche qui però si possono fare altri passi avanti con le fusioni. Già abbiamo eliminato un po’ di Sindaci cancellando i Comuni. Ora abbiamo perso qualche referendum sulle fusioni, è il momento di fare con calma, ma tornerà la fase buona vedrete.

Ragazzi, ma vi rendete conto che operazione.

Considerando poi che a tutto ‘sto lavoro sulle istituzioni ci dobbiamo aggiungere che i partiti li avevamo già ammazzati prima, o meglio via non prendiamoci troppi meriti, si erano anche un po’ ammazzati da soli.

Prima si sono tolti il finanziamento pubblico, poi alcuni di loro hanno cominciato a farsi eleggere i segretari da quelli degli altri partiti, poi ogni giorno a dire che bisogna cancellare politici e poltrone giusto per prendere qualche applauso. Ogni partito che dà del ladro all’altro e che stappa lo champagne quando arriva l’avviso di garanzia al nemico politico.

Si sono autodenigrati, autocancellati, autodisintegrati.

Ma la cosa meravigliosa è che siamo riusciti a far partecipare a questa mega operazione tutti: destra, sinistra, centro; quelli che dicono di non essere né di destra, né di sinistra, né di centro; i vecchi politici, quelli nuovissimi, tutti. Ognuno, quando arriva il proprio turno, fa il suo compitino, un pezzo alla volta senza fretta.

Nel frattempo aumenta il numero dei poveri, le diseguaglianze crescono, i privilegi se non aumentano non diminuiscono di certo, i giovani sono sempre più precari o disoccupati, nessuna politica abitativa seria, di dare soldi veri alla ricerca manco se ne parla, le migliori intelligenze vanno all’estero, la sanità peggiora.

In una situazione così uno si aspetterebbe che i cittadini rivendicassero di partecipare, di avere più spazi nelle istituzioni, di avere maggiore occasione di partecipazione democratica; che dicessero “oh fatemi decidere qualcosa anche a me, che cosi non va mica bene”.

No, invece siamo riusciti a convincere tutti che il problema sta nel fatto che siamo in troppi a decidere: troppa gente, troppe poltrone, troppi eletti, troppe istituzioni.

Fenomenale. Davvero fenomenale.

Un lavoro che non ti dico con i tg, i talk show, la stampa, cavolate a iosa (insomma quelle che oggi chiamano fake news), ma ne è valsa la pena, il risultato è arrivato.

In Italia a dedicarci alla politica alla fine rimaniamo in quattro gatti, e secondo me ci sono spazi per rimanere anche in tre, che le decisioni in numero dispari si prendono meglio.

Dai su, rimettiamoci al lavoro che ancora abbiamo troppa gente intorno. Al mio via: ladri! A casa la Casta! Cancelliamo le poltrone! Che schifo i costi della politica!

Firmato: l’oligarca del Belpaese.

 

 

 

 

 

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