Da oltre trent’anni è impegnato in prima fila come istruttore e addestratore cinofilo. Da consulente per il tribunale di Montpulciano (SI) si è occupato di eseguire perizie su casi simili. Stefano Caslini è istruttore cinofilo Enci.

Com’è potuta accadere una simile tragedia?
Dipende dall’ambiente familiare in cui ci si colloca. Non bisogna mai dimenticare che l’animale è sempre imprevedibile in ogni momento. Nel caso specifico non avendo sufficienti elementi di valutazione è difficile entrare nel merito, ma tutto lascerebbe pensare ad un classico tentativo di difesa del territorio da parte dei due cani (leggi).
Il fatto che fossero in due come può aver influito?
Sicuramente nell’aver accresciuto lo spirito di antagonismo tra i due animali. Il capo branco infierisce per dimostrare una supremazia all’altro animale e tutto questo può scatenare un complotto di branco finalizzato ad una feroce aggressione.
Spesso ci troviamo a parlare di questi problemi solo dopo tragedie
Il problema del nostro Paese è culturale. Non dobbiamo demonizzare i cani ma sviluppare un tessuto di conoscenza del comportamento e dei segnali del cane nei cittadini. Partendo dai bambini nelle scuole, per poter imparare a convivere con equilibrio il rapporto con un animale. Quando uno acquista un cane deve frequentare un percorso organizzato con personale specializzato per capire i segnali degli animali che sono alla base di tutto.
In cosa sbaglia la maggior parte delle persone che ha un cane?
Il cane manda dei segnali ma noi tendiamo sempre ad umanizzare e questo è l’errore più grande. Se i cani sono equilibrati e fanno vita sociale normale spesso non ci rendiamo conto dei segnali che mandano. E invece bisogna sempre avere delle accortezze.
L’Italia quindi marca un ritardo culturale rispetto ad altri Paesi?
Purtroppo tra le mura domestiche accadono le tragedie più grandi. Ogni anno in Italia si registrano tra le 60 e le 70mila morsicature e non vengono nemmeno denunciate. Ci sono Paesi in Europa, come la Svizzera, in cui chi prende un cane deve obbligatoriamente seguire un percorso di addestramento per socializzare con l’animale e imparare e capirne i segnali. E invece spesso da noi vediamo bambini che giocano con cani di oltre 35 kg di stazza come fossero bambolotti. Niente di più sbagliato.
Come possiamo recuperare il terreno perduto?
Noi istruttori conosciamo le aggressività con tutte le sfumature che il cane  potrebbe evidenziare e c'è bisogno che questa conoscenza venga messa a  disposizione del cittadino. E’ fondamentale sapere come crescere e socializzare con un cane, per poter affrontare la vita quotidiana con gli animali nel miglior modo possibile. Facendoselo spiegare da chi lo sa fare. A noi istruttori queste tragedie fanno ancora più male perché sappiamo che possiamo evitarle ma la politica non ci supporta. Le Regioni, i Comuni e le Asl devono prenderne definitivamente atto e attuare i necessari provvedimenti.

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