Faccia a faccia con gli 8 candidati a sindaco di Siena. Terzo approfondimento di agenziaimpress.it per conoscere più da vicino idee, programmi e personalità di chi ambisce alla guida della città del Palio. Dopo Laura Vigni (leggi) e Michele Pinassi (leggi), conosciamo da vicino Marco Falorni (Impegno per Siena, con l’appoggio della Lega Nord).
 
Impegno per Siena e Lega Nord insieme per la sua candidatura. Affinità e differenze tra i due movimenti politici, quali gli spunti che vi hanno spinto a correre fianco a fianco?
«Tra Impegno per Siena e Lega non ci sono affinità. Il nostro è un movimento civico, quello un partito organizzato, in Ips convivono culture politiche diverse che trovano una sintesi nell’amore per la città, mentre la Lega ha una propria cultura omogenea e ben definita. Non nascondo che al nostro interno si è discusso molto prima di decidere se aprire la nostra lista a tre candidati provenienti dalla Lega, perché alcuni nostri aderenti non condividono le battaglie e le parole d’ordine leghiste. Alla fine abbiamo deciso di avviare questa collaborazione, perché riconosciamo che a Siena la Lega si è comunque sempre battuta con determinazione e coraggio contro il “Sistema”, esattamente come abbiamo fatto noi, affrontando i rischi che l’opposizione contro un potere pervasivo e intimidatorio comportava. Ricordiamo che nella Resistenza si unirono forze contrapposte dai comunisti ai monarchici, ma c’era da liberare l’Italia».
 
Prima lei appoggiava Eugenio Neri. Poi si è staccato e ha deciso di candidarsi. I perché di questa scelta.
«La nostra scelta non ha nulla a che vedere con la persona di Eugenio Neri. La verità è che il Baricentro Civico, del quale fummo tra i fondatori nello scorso ottobre, ha poi progressivamente smarrito la sua natura di alleanza civica rivolta al cambiamento: il PdL, che in realtà a Siena non è mai stato forza di cambiamento a causa dell’asse Ceccuzzi-Verdini, ha allungato la propria immagine sulla coalizione; analogamente si sono comportati l’ex sindaco Cenni e alcuni suoi vecchi compagni di giunta, rappresentanti di una stagione amministrativa che ha responsabilità gravissime riguardo agli attuali problemi di Siena. A quel punto era chiaro che nessuna prospettiva di reale cambiamento poteva passare attraverso quella alleanza che, inoltre, a causa dei più recenti ingressi, si è anche pesantemente squilibrata verso l’estrema destra. Francamente non capisco come Eugenio possa pretendere di rappresentare il nuovo con compagni tanto legati al “Sistema Siena”».

Forse mai come in questa elezioni, a Siena, si è visto un simile proliferare di movimenti e liste civiche. Da cosa può dipendere, secondo lei, e cosa può significare a livello politico?
«Non c’è alcun proliferare di liste civiche. L’unica lista civica presente in questa campagna elettorale è Impegno per Siena, che è tale dal 2006. Perché per lista civica dobbiamo intendere una libera associazione di cittadini indipendenti che si uniscono per il bene della propria città; cosa diversa è uno strumento che un partito o gruppi di scontenti di un partito mettono su in base ad una certa strategia. La maggior parte delle cosiddette liste civiche oggi presenti nascono su emanazione diretta da un partito: Sena Civitas e Moderati di centro-destra dal PdL, Movimento Cinque Stelle dal fu Fli, Nero su Bianco da fuorusciti dal Pd, Siena Cambia da scontenti del Pd (che poi si sono accontentati), 53100 ha notoriamente dietro le spalle una certa nomenclatura Pd e ceccuzziana oggi in cerca d’autore, Cittadini di Siena candida a sindaco una persona che fino all’anno scorso militava nel PdL. I 5 stelle sono un partito a tutti gli effetti. L’unico candidato, oltre al sottoscritto, cui potrei riconoscere la patente di civico è Laura Vigni, che tuttavia ha a suo sostegno la lista di Rifondazione. Noi, per le ragioni suddette, ci siamo limitati ad accogliere nella nostra lista tre candidati di estrazione leghista».

Dopo una lunga militanza in consiglio comunale a cosa puntano il candidato Marco Falorni e Impegno Per Siena?
«Semplicemente a mettere al servizio di Siena la lunga esperienza politico-amministrativa maturata in oltre un decennio di Consiglio Comunale, il patrimonio di elaborazione e proposta che Ips ha costruito nei suoi sette anni di opposizione e la passione che da sempre ci anima per questa nostra città. Oggi abbiamo l’orgoglio di poter dire che se negli scorsi anni fossimo stati ascoltati, oggi Siena non sarebbe nella drammatica situazione che conosciamo, avrebbe ancora la sua Banca, la sua Università senza debiti, avrebbe ancora in cassa i milioni che sono stati sperperati per l’insulsa operazione Ampugnano e le finanze del Comune sarebbero in sicurezza.  Si tratta di un tesoro di credibilità e buon senso sul quale i senesi possono contare».
 
 
Ipotesi: lei è stato eletto sindaco. Quali le priorità dei primi 100 giorni?
«La primissima iniziativa che assumerei sarebbe la certificazione dei bilanci del Comune da parte di uno studio professionale indipendente e affidabile. Ci sono ancora troppe zone d’ombra. Poi alzerei il telefono e inviterei il dg di Siena parcheggi a concordare un progetto per rendere gratuita la sosta all’ospedale. E’ una battaglia morale che sento profondamente mia: a parte il Valentini e l’assessore regionale alla sanità, al policlinico non ci si va per motivi futili: trovo inaccettabile che i cittadini, senesi e non, debbano pagare per andare a curarsi o per andare ad assistere parenti ricoverati».

Quale il primissimo tema da portare in giunta?
«L’affidamento a un legale per la verifica di eventuali azioni di responsabilità, a fine risarcitorio, a carico di persone o enti».
 
Perché i senesi dovrebbero votarla?
«Sono una persona seria, che per anni e anni ha denunciato – e gli atti del Consiglio Comunale sono là a testimoniarlo – gli errori che ci stavano portando verso il baratro. Quindi credo di essere il più indicato, insieme agli amici della mia lista, per invertire oggi la rotta. Nel nostro programma tutti possono trovare le soluzioni che indichiamo».

Il “Buongoverno” è…?
«Oggi mi fa quasi male ammirare quegli affreschi che ho sempre amato. Mi fanno pensare alla Siena com’era e a quella che è oggi. Non a caso il nostro slogan è: “Torniamo a Siena!”. Il cattivo governo di una classe dirigente che ha pensato esclusivamente al proprio tornaconto di parte, quando non personale, ci ha trascinati nello scenario squallido e torvo che il Lorenzetti raffigura nel “Cattivo Governo”: dobbiamo metterci in cammino per tornare nella vera Siena, quella prospera e sicura che ci hanno affidato le passate generazioni».

Il suo nome per la Fondazione Mps è…? E perché?
«Mi verrebbe da dire che la prima persona da nominare sia un custode responsabile del palazzo, perché i creditori non si portino via anche quello».
 
 
SOTTO NERBO
Il piatto della cucina senese preferito: Pici al ragù
Il libro sul comodino: un libro di storia senese
Lo scorcio cittadino del cuore: Siena vista da San Domenico
Personaggio storico/politico cui ispirarsi: Fabio Bargagli Petrucci
Il suo motto è: «Aiutati, che Dio t’aiuta»

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