SIENA – Una coda di ambulanze in attesa di entrare nella “camera calda” del pronto soccorso dell’ospedale Le Scotte di Siena. Questa situazione si ripete spesso nelle ultime settimane, come denuncia Danilo Malatesta, segretario territoriale di Siena del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche.

Con i pazienti costretti a lunghe attese all’interno delle ambulanze, aspettando che si liberi un letto al pronto soccorso per essere visitati, e disagi che sotto il sole cocente di quest’estate sono facilmente immaginabili. “I pazienti – spiega Malatesta – sono costretti a stazionare in pronto soccorso anche quattro giorni prima di essere ricoverati, a causa della carenza di personale in grado di prendere in carico i malati. Stamani erano sessanta le persone in pronto soccorso: alcuni in attesa dell’esito del tampone, altri che aspettavano di essere ricoverati, alcuni dei quali addirittura da domenica. Queste situazioni hanno portato anche a episodi di tensione tra i familiari dei pazienti e il personale sanitario. Di fatto in questo momento ci sono reparti chiusi o che ospitano 3-4 pazienti, con molti letti vuoti, proprio a causa della carenza di personale”. Il caos al pronto soccorso crea difficoltà anche agli equipaggi del 118, per larga parte composti da personale volontario, che sono costretti ad attese interminabili che vanno ben al di là degli orari dei turni di servizio. Come sindacato chiediamo che i pazienti trovino una collocazione nei tempi previsti dal patto Stato-Regioni e che i dipendenti possano, al contrario di adesso, lavorare in sicurezza rispettando il rapporto adeguato tra pazienti e infermieri. Ci sono delle notte in pronto soccorso durante le quali un infermiere si trova a gestire anche venti pazienti, alcuni dei quali critici”. A complicare ulteriormente la situazione nei giorni scorsi la direzione generale dell’azienda ospedaliero-universitaria senese ha comunicato che i tamponi per rivelare se i pazienti che arrivano in pronto soccorso sono positivi o meno al covid non possono più essere processati dalle 22.30 alle 7 se non in caso di codici rossi. “Questo implica – conclude Malatesta – che una volta esaurite le sei stanze utilizzate per ospitare i pazienti in attesa di referto, non possiamo neppure più garantire l’isolamento. Una situazione alla quale l’azienda deve porre urgentemente rimedio”.

Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Siena Luigi De Mossi: “La situazione generatasi al pronto soccorso è inaccettabile”. “I cittadini senesi pretendono, e meritano, una sanità capace di rispondere alle loro necessità” afferma il primo cittadino che aggiunge: “Il messaggio a Regione e Aous è chiarissimo: prendete in mano la situazione e affrontatela; il Comune farà la sua parte, ma la direzione deve venire dai soggetti che per legge hanno la responsabilità della sanità locale”. “La Regione Toscana batta un colpo e l’Aous affronti i problemi senza cercare scuse” conclude De Mossi.

«L’Azienda ospedaliero-universitaria Senese è a lavoro per analizzare le criticità verificatesi negli ultimi giorni e migliorare così la presa in carico delle esigenze di salute dei pazienti che si rivolgono al Pronto Soccorso dell’ospedale di Siena». Questo il messaggio che il direttore generale, il professor Antonio Barretta, diffonde all’indomani dell’iper-afflusso in Pronto Soccorso registrato nella giornata di lunedì 25 luglio. Un evento straordinario – secondo la direzione – che ha portato la direzione aziendale dell’ospedale Santa Maria alle Scotte ad accelerare i lavori e i confronti con l’Azienda Usl Toscana sudest e gli altri attori del soccorso del territorio, per discutere dell’accaduto e definire insieme strategie e procedure per la gestione dei picchi di presenze in Pronto Soccorso.

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