FIRENZE – Da una parte il costo del carburante, dall’altra i pedaggi. Gli autotrasportatori si trovano stretti in una morsa, che potrebbe comportare un innalzamento di 10.300 euro sulla spesa annuale di ogni veicolo pesante.

L’Italia è infatti salita al terzo posto nella graduatoria dei prezzi del gasolio alla pompa più alti d’Europa. A far lievitare a dismisura il costo è l’incremento di accisa e tasse sull’accisa, passate da una incidenza sul prezzo finale pari al 38,7% lo scorso 5 dicembre al 50,69% attuale. In aggiunta gli aumenti di tutte le voci di costo correlate a questa attività. In particolare, l’aumento del 2% sulle tariffe che ASPI ha applicato a decorrere dal primo gennaio 2023 sulle tratte autostradali di cui è concessionaria. Una impresa di autotrasporto percorre mediamente il 70% su tratte autostradali e questo aggiornamento costerà circa 300 euro l’anno per ogni veicolo di cui ha disponibilità.

“Criticità accertate, e già sanzionate dall’Autorità di regolazione dei trasporti, che continuano a determinare gravi danni all’economia, soprattutto alle imprese di trasporto, a causa dei maggiori tempi di percorrenza che si riverberano inesorabilmente sui costi di gestione e sulla qualità della vita – ha dichiarato Mariano Gagliano, presidente del trasporto merci di Cna Firenze -. Una situazione insostenibile che, nell’immediato, richiede perlomeno un intervento in grado di riportare il prezzo del gasolio alla pompa al livello medio europeo”.

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