ROMA – Di questo passo, potrebbero ritornare le domeniche a piedi. E presto anche tutti gli altri giorni della settimana.

L’inquinamento questa volta non c’entra. I carburanti, dopo due mesi di ribassi, dovuto anche al taglio delle accise in virtù dell’azione del Governo, sono ritornati sopra i due anche nella formula self-service. Un rincaro che rischia di frenare gli spostamenti estivi, oltre a incidere sull’economia. Se il premier Draghi ha posto rimedio una prima volta, tagliando di 30 centesimi le tasse aggiuntive al costo dei carburanti, non è che lo faccia una seconda. Di fatto, in appena 70 giorni quell’intervento è stato spazzato via dai rincari.

Il valore del petrolio Brent, che più di ogni fattore incide sull’oscillazione dei prezzi, è arrivato a più di 123 dollari al barile. Il picco nell’ultimo anno è stato toccato a marzo, 132 dollari, quando poi il Governo decise di porre rimedio. Dalle ultime rilevazioni si evince un quadro molto simile a quello di due mesi fa. La benzina è a 2,010 al litro, mentre il diesel a 1,920. Se si prendono in esame i prezzi “serviti”, entrambi i carburanti superano i due euro al litro. I rincari si attestano in media sui 20 millesimi al litro.

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