I dirigenti delle quattro associazioni di categoria

FIRENZE – La tutela delle Pmi prima di tutto. L’hanno chiesta a gran voce le associazioni di categoria, Cna, Confesercenti, Confcommercio e Confartigianato, che a Firenze hanno rivolto un appello ai parlamentari toscani.

Tra le misure, per difendere quelle aziende che rischiano di alzare bandiere bianca di fronte a bollette esponenziali, stop ai rincari e alle speculazioni su energia e materie prime, sostegni e incentivi che aiutino le imprese a riprendere gli investimenti nell’innovazione, sburocratizzazione e semplificazione della macchina amministrativa, soluzione del problema legato alla carenza di manodopera qualificata.

Secondo le loro stime, in pericolo sono 63 mila imprese e 228 mila occupati. In Toscana sono iscritte agli elenchi camerali 446.289 imprese (sedi e unità locali comprese), per un totale di oltre un milione e 200mila dipendenti (1.269.940). Di queste imprese, il 96% (428.017) ha meno di 50 addetti. “Lasciarle morire sotto la scure dei rincari di energia e materie prime, combinati ad inflazione, crisi dei consumi e perdita di competitività, significa privare la Toscana della sua prima fonte di reddito e condannarla ad una crisi economica e sociale senza precedenti”, hanno dichiarato le associazioni, che hanno richiamato all’incontro oltre 400 imprenditori.

“La situazione – dice Luca Giusti, presidente di Confartigianato Toscana – è sotto gli occhi di tutti ed è drammatica per molti aspetti, a partire dal caro energia che mette a rischio l’esistenza stessa delle imprese. Non c’è pace sociale senza un tessuto imprenditoriale in grado di sostenere i propri addetti. Chiederemo ai parlamentari di farsi portavoce delle nostre istanze presso il Governo”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Aldo Cursano, presidente regionale di Confcommercio: “Non possiamo continuamente vivere in crisi, perché il problema delle piccole e piccolissime imprese è la sostenibilità. I rincari ci hanno trovati vulnerabili, ma il problema non è nostro. Qui si parla della tenuta del sistema del commercio, ma se quelli come noi alzano bandiera bianca ha perso il paese”.

Concetto ribadito anche da Nico Gronchi di Confesercenti: “Il decreto aiuti non è sufficiente perché abbiamo alle spalle tre anni durissimi. Il 2022 aveva avuto un rimbalzo potentissimo, specialmente grazie al turismo e agli incentivi. Ma questo sta volgendo verso una situazione negativa. I consumi stanno soffrendo e per questo le imprese sono in crisi. I sostegni dovranno andare oltre il breve termine, la situazione ci sta sfuggendo di mano”.

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