Botta e risposta tra sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena Gabriello Mancini sui Boc (Buoni Occasionali Decennali) e sulle erogazioni. Diversità di vedute e prospettive che non avvengono in qualche segreta stanza ma tra le pagine dei giornali a colpi di comunicati stampa e dichiarazioni al fulmicotone. La piazza del Campo rimane a guardare e a dividere quel palazzo comunale e quel palazzo Sansedoni che attendono (o vorrebbero scongiurare) entrambi il 30 aprile, data in cui scadrà il termine per l’approvazione del bilancio consuntivo da una parte e per l’accordo di standstill dall’altra.
 
Il sindaco di Siena «Siamo in attesa di avere notizie certe dalla Fondazione Monte dei Paschi sulla effettiva erogazione delle risorse che sono state concesse al Comune per gli interventi pluriennali – scrive Franco Ceccuzzi -, così come avvenuto negli anni precedenti e come abbiamo concordato in questi mesi. Riteniamo necessario avere questa certezza prima di portare al Consiglio Comunale il bilancio consuntivo del 2011. Se queste risorse non dovessero arrivare, infatti, sarebbe necessario rivedere il documento e trovare nuove strategie per rispettare il patto di Stabilità e garantire l’equilibrio dei conti comunali. Un’eventualità da scongiurare perchè ci costringerebbe ad utilizzare le leve della riduzione di servizi essenziali o dell’aumento delle imposte che sono già a livelli che non avremmo mai voluto raggiungere. Gli impegni pluriennali sono debiti contratti dalle precedenti amministrazioni per realizzare opere pubbliche. Per reperire le risorse necessarie fu scelto di ricorrere all’emissione di Buoni Ordinari del Comune (Boc), titoli obbligazionari decennali e ventennali. I Boc furono emessi, inizialmente, per il recupero del Santa Maria della Scala e, successivamente, anche per le manutenzioni straordinarie della città. Negli ultimi dieci anni , molte delle operazioni pubbliche sono state realizzate con queste risorse. Oggi ci troviamo a  gestire questa situazione debitoria che, fin dalla prima emissione di Boc dell’amministrazione Piccini, è sempre stata coperta dalle erogazione della Fondazione Mps. In mancanza di queste erogazioni, si dovrà cambiare l’impostazione stessa del bilancio così come fu penato dalla precedente amministrazione ed approvato, nella fase di previsione, dal Consiglio Comunale prima del nostro insediamento. Un bilancio che è rimasto sostanzialmente inalterato rispetto ad allora e che noi abbiamo migliorato, nella seconda parte del 2011, con una riduzione del disavanzo previsto di circa 400mila euro, pari al 15% e che scende da 2,6 milioni a 2,2 milioni. Qualora il bilancio consuntivo non dovesse essere approvato, le conseguenze per la città sarebbero molto pesanti, in una fase già particolarmente critica in cui serve il massimo di responsabilità. Tutti, in questi mesi, abbiamo lavorato affinché la Fondazione Mps possa continuare a garantire le risorse necessarie per onorare gli impegni presi con i Buoni Ordinari del Comune. Se questo non accadesse dobbiamo essere consapevoli delle gravissime ripercussioni per la città e per l’operatività dell’amministrazione comunale. Proprio per questo, ho inviato alla Fondazione Mps una lettera nella quale chiedo che le risorse destinate agli interventi pluriennali, concesse negli anni precedenti e rendicontate fino ad oggi, vengano erogate al nostro ente nella massima misura e nei tempi più ristretti possibili considerando anche la situaizone economico-finanziaria di questa importante istituzione senese adesso appare più stabile rispetto al recente passato. Siamo certi che la Fondazione Mps comprenda l’importanza di questo passaggio e sono fiducioso che possa essere trovata una soluzione nell’interesse di tutta la città»
 
Il presidente della Fondazione Mps«Il Sindaco di Siena “batte cassa” – scrive Gabriello Mancini – e sollecita la Fondazione Mps a prendere rapide decisioni in merito ad alcune richieste di finanziamento del Comune stesso e addossa alle decisioni della Fondazione la responsabilità di tagli a servizi essenziali, di aumento delle imposte  e persino della stabilità della massima istituzione cittadina. Messa così la cosa potrebbe sembrare addirittura un ricatto e quindi inaccettabile, ma essendo ottimista e corretto, non lo voglio pensare e quindi posso assicurare che esamineremo serenamente l’invito fatto alla Fondazione che, come sempre, non verrà meno al suo compito fondamentale di “promuovere lo sviluppo del territorio” e di sostenere le varie realtà locali. Non è però accettabile, neanche sotto forma di dubbio, che passi l’idea che la Fondazione abbia perso tempo per prendere una decisione, perché questo non è vero. La Fondazione infatti dopo aver attuato significative dismissioni di vari asset per ridurre il debito assunto per fare fronte all’aumento di capitale di Banca Mps come richiesto anche dagli stessi Enti Nominanti, sta trattando con le banche creditrici per una migliore rimodulazione del debito residuo. Il termine per chiudere, come a tutti noto, è il 30 aprile prossimo e tra le clausole in corso di negoziazione ci sono forti vincoli per l’attività della Fondazione, relativi sia all’assunzione di impegni di spesa per nuove erogazioni, sia al pagamento di erogazioni già deliberate negli anni scorsi. La conseguenza è molto semplice: l’impossibilità di assumere nuovi impegni prima del 30 aprile, prima cioè di conoscere la quantità massima di risorse spendibili. Tutto questo è stato illustrato tempestivamente a tutte le istituzioni e associazioni e così ci siamo comportati, con due sole eccezioni: per il Comune e la Provincia di Siena, cui sono state assegnate le quote annue relative ai progetti pluriennali con la riserva però di possibile revoca, parziale o totale, in base alla conclusione delle trattative con gli enti creditori (Deputazione amministratrice del 28 marzo scorso). Ciò è stato concordato da tempo fra Comune, Provincia e Fondazione. Lo scorso venerdì 13 aprile è giunta la richiesta del Comune di Siena di una erogazione di cassa dei pluriennali scaduti e rendicontati.La Fondazione si è subito attivata per verificarne la fattibilità stante i vincoli sopra ricordati: la nostra struttura e il consulente legale stanno approfondendo la questione. Posso quindi assicurare il Sindaco di Siena che se l’operazione sarà fattibile non esiteremo a farla, ma devo essere chiaro evidenziando che le risorse residue, già limitatissime, diminuiranno, quando – terminata la negoziazione del debito – saranno effettuate le assegnazioni definitive che dovranno tener conto delle necessità di tutti, compresi i progetti propri della Fondazione (fra cui Siena Biotech e Tls, già in serie difficoltà). L’avrei fatto presente personalmente al Sindaco, ma visto che ha optato per un “appello al popolo” sono costretto ad usare lo stesso mezzo, venendo meno al mio abituale riserbo. Inoltre è mio dovere ricordare che il Documento Programmatico 2012 della Fondazione fissa come priorità assoluta la “solidità patrimoniale e l’equilibrio finanziario della Fondazione” cercando di ridurre al minimo i rischi. Tutto questo comporta scelte coerenti e conseguenti, con forti riduzioni nelle spese e nell’attività istituzionale (come richiesto anche nell’ultimo documento del Consiglio Comunale di Siena). Concordo infine con quanti hanno ribadito la necessità della massima coesione e unità di intenti specie in questo difficile momento, come opportunamente fatto da tempo. La Fondazione non è mai venuta meno a tale principio e così intende procedere. Tutto questo, ovviamente, nel rispetto delle varie posizioni, dei diversi ruoli e soprattutto delle autonomie e delle conseguenti responsabilità».  
 
Due spunti e accapo Quel che sorprende, ed è impossibile chiudere gli occhi, è la caratura dei toni e delle stoccate a suon di parole. Una spaccatura forte e inequivocabile nel momento in cui, proprio nel nome e a difesa di una città e delle sue ricchezze umane ancor prima che di quelle pecuniarie, i cittadini chiedono coesione e unità d’intenti per risollevarsi dalla crisi. “Coesione” e “unità d’intenti”, alla stessa maniera di “eccellenza” e “fiore all’occhiello”…parole che hanno riempito i programmi e le campagne elettorali, i bilanci e i progetti futuri.
“Sinergia”. La parola tanto cara che faceva eco in piazza del Campo si è persa tra i merli dei palazzi.  

Articolo precedenteVola l’export in Toscana. Pelletteria e calzature prodotti al top. In difficoltà il distretto del mobile
Articolo successivoPremio Terna, gli ultimi iscritti tra i toscani sono Anna Maria Ladu e Jacopo Pischedda