salaconsigliare_800x536È battaglia democratica sulla futura legge elettorale della Toscana. La nostra regione fu, infatti, la prima ad introdurre un metodo che, poi ripreso dal Parlamento, è stato giudicato incostituzionale. Si sta quindi cercando di correre ai ripari con una proposta che, nuovamente, vede Partito Democratico e Forza Italia allo stesso tavolo. Ma non a tutti piace il nuovo “Toscanellum”.

Scontro in direzione regionale Soprattutto alla minoranza civatiana del Pd che ha dato battaglia in Direzione regionale convocata a Pontedera il 1 agosto. Una specie di redde rationem con un voto compatto di renziani e cuperliani contro ogni ipotesi di modifica alla proposta n. 348 del 24 luglio scorso. «La nuova legge elettorale toscana, certo migliorativa rispetto alla precedente e più accettabile dell’Italicum (ci vuol davvero poco) ha troppi punti che non vanno», attaccano i democratici toscani di area Civati. «Ci sono punti che rischiano, se non modificati, di lasciare alle segreterie dei partiti e non ai cittadini toscani la scelta dei propri consiglieri regionali», aggiunge Laura Rimi.

L’ok del presidente Rossi Un messaggio chiaro alla maggioranza democratica renziana, convinta invece dell’accordo con Forza Italia. Così come convinto pare essere il presidente della Regione, Enrico Rossi, che in Direzione avrebbe elogiato i listini bloccati e la riforma che può aiutare il centrodestra a riorganizzarsi, «perché così anche la sinistra è spronata a stare attenta a quello che fa». E se nel sito ufficiale del partito la cronaca della riunione appare poco più che una formalità, ben diverso è il resoconto di diversi presenti che parlano di clima infuocato, urla e strepiti e di ennesima prova di forza della maggioranza e del suo segretario Dario Parrini.

Documento dei civatiani In quel clima caldo e afoso (più da esodo estivo che da riunione politica), i civatiani avevano presentato un documento che chiedeva la modifica alla proposta di legge n. 348, in particolare la eliminazione del mini listino facoltativo di tre nomi e soglie di accesso più basse. «Se è sicuramente apprezzabile e condivisibile l’introduzione del ballottaggio e della doppia preferenza di genere all’interno delle circoscrizioni plurinominali, non altrettanto la permanenza del ‘listino regionale’ di partito, seppur facoltativo e ridotto ad un massimo di 3 candidati, ma comunque di lista e non di coalizione», affermano Laura Rimi e Fabio Di Meo, intervenuti in direzione.

Nasce l’associazione Toscana Possibile A loro, seppure  indirettamente, risponde il segretario regionale Parrini: «il voto in direzione rafforza la nostra determinazione ad andare fino in fondo sulla strada della riforma elettorale, con la quale diventiamo i primi in Italia per introduzione del doppio turno e tutela della parità di genere. Due primati nazionali di cui siamo fieri». Non una parola sui listini bloccati né sulle candidature multiple o le soglie più basse per i piccoli partiti. Sostengono i civatiani che un Consiglio Regionale di 40 componenti che possono pure diventare Senatori (se arriva in fondo la riforma che prevede la seconda Camera con senatori eletti tra i consiglieri regionali) sarebbe deciso dalle segreterie di partito e non dai cittadini. E annunciano battaglia con la costituenda associazione “Toscana Possibile”, «un’associazione trasversale a tutta la sinistra, dentro e fuori il Pd, senza steccati, con l’obiettivo non di abbattere ma di ricostruire ciò che appare sempre più sfocato: l’orizzonte della sinistra italiana».

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