Sindaco di Prato
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PRATO – Mentre in Consiglio comunale si discuteva di transizione ecologica, in un clima surreale che riflette la tensione cittadina in seguito all’indagine per corruzione che coinvolge la sindaca Ilaria Bugetti e l’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, in piazza a Prato, militanti di Gioventù Nazionale hanno scandito slogan di protesta, urlando “Dimissioni! Dimissioni”.

Il 19 giugno era atteso come giorno di confronto politico tra maggioranza e opposizione, ma si è trasformato in un vero e proprio Aventino.

I consiglieri di minoranza hanno abbandonato l’aula in segno di protesta dopo che la segreteria generale ha respinto 11 delle 12 domande di attualità presentate dall’opposizione, ammettendo solo quella del consigliere Leonardo Soldi, che chiedeva se la sindaca Bugetti ritenesse ancora sussistenti le condizioni politiche per proseguire il mandato alla luce dell’inchiesta in corso.

La sindaca ha risposto sottolineando di non poter violare il segreto istruttorio delle indagini preliminari, spiegando che ogni sua dichiarazione potrebbe compromettere la validità delle indagini stesse. Ha inoltre espresso fiducia nella magistratura e ha assicurato che chiarirà ogni aspetto nel prossimo incontro con gli inquirenti.

Protesta in piazza e tensioni politiche
Il centrodestra ha reagito abbandonando l’aula e trasferendo la protesta in piazza, davanti alla statua del Datini, dove la polizia municipale ha sequestrato alcuni cartelli con la richiesta di dimissioni della sindaca, non ammessi nel consiglio comunale. Il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli ha giustificato la decisione della segreteria generale, ma ciò non ha placato la protesta del centrodestra, deciso a sfruttare la situazione per preparare una mozione di sfiducia da presentare nei prossimi giorni.

La deputata di Fratelli d’Italia Chiara La Porta, presente alla manifestazione e possibile candidata sindaco in caso di elezioni anticipate, ha guidato la protesta, con consiglieri e simpatizzanti che hanno manifestato a lungo sotto il porticato del Comune.

Il quadro dell’inchiesta
L’inchiesta, condotta dalla procura antimafia di Firenze, ipotizza uno scambio di favori tra la sindaca Bugetti e l’imprenditore tessile Riccardo Matteini Bresci, con quest’ultimo che avrebbe sostenuto la carriera politica della sindaca in cambio di vantaggi economici e istituzionali. Al centro delle accuse c’è un contratto di lavoro stipulato nel 2016 tra Bugetti e una società legata a Matteini Bresci, che avrebbe garantito alla sindaca circa 47 mila euro tra il 2020 e il 2024 senza che il lavoro previsto fosse effettivamente svolto, configurando un accordo “fantasma” a sostegno di interessi reciproci.

L’imprenditore, già coinvolto in precedenti indagini per corruzione e legami con ambienti massonici, si sarebbe vantato di aver portato migliaia di voti a Bugetti, definendola “un mio attrezzo” in alcune intercettazioni telefoniche al centro dell’inchiesta.

Le reazioni politiche
Il Partito Democratico ha definito la protesta della destra un “flop clamoroso”, con poche presenze in consiglio e una fuga dall’aula che ha trasformato la manifestazione in uno spettacolo poco serio. Il segretario provinciale Marco Biagioni ha invitato le opposizioni a lavorare per la città invece di alimentare polemiche sterili, sottolineando la necessità di rispettare le istituzioni e la separazione dei poteri.

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