collalto_foto-drone«Non nascondo tutta la mia gioia e la mia soddisfazione per l’intervento nel sito di Collalto, che negli anni ha rappresentato uno dei problemi centrali per la nostra comunità». Così il sindaco di Rapolano Terme, Emiliano Spanu, commenta le operazioni di prelievo di circa 2.700 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (Pfu), appaltati ad Ecopneus Scpa, società senza scopo di lucro principale responsabile della gestione dei Pfu in Italia che gestisce le operazioni di rintracciamento, raccolta, trasporto e recupero finale. Equivalenti al peso di circa 300mila pneumatici vettura, i Pfu abbandonati a Collalto hanno rappresentato una questione ambientale molto sentita dalla comunità rapolanese e che a breve troverà soluzione: le operazioni coinvolgono 12 aziende partner di Ecopneus. La stessa Ecopneus stima concluso l’intervento entro l’estate, senza costi per la comunità.

Lavori a Collalto «Devo ringraziare l’opportunità che ci ha dato Ecopneus dopo anni di battaglie legali con i proprietari del terreno – prosegue il primo cittadino -. Oggi diamo una svolta a Collalto. In primo luogo dal punto di vista della sicurezza perché con la rimozione dei Pfu si scongiura il rischio più grande, quello di un potenziale nuovo disastro ambientale. L’impegno dell’amministrazione comunale rimarrà forte e costante per quanto riguarda Collalto – conclude Spanu – per reperire i fondi, in concertazione con la Regione Toscana, al fine di completare totalmente lo svuotamento del sito».

L’intervento di Ecopneus «Grazie al corretto recupero dei Pfu presenti nel sito» di Collalto, «sarebbe possibile realizzare oltre 68 chilometri di strade sicure, fonoassorbenti e durature, oppure 24 campi da calcio in erba sintetica di ultima generazione o in alternativa soddisfare il bisogno energetico di una città grande come Siena per un intero quadrimestre», spiega Ecopneus. Per  Giovanni Corbetta, direttore generale di Ecopneus, «il sito di Rapolano, nelle colline senesi, insiste su una delle aree più belle d’Italia e che tutto il mondo ci invidia. Riuscire ad intervenire qui significa quindi anche tutelare la bellezza e le qualità del nostro Paese, scongiurando un pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini, senza costi per la comunità e trasformando inoltre quello che era un problema in preziose materie prime seconde per tante utili applicazioni. È il senso più alto e profondo di circular economy».

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